
Grandi Navi, centrali e tangenziale Smog a Venezia, allarme europeo
Secondo l'Agenzia Europea per l'Ambiente la città figura tra i 50 centri più inquinati. E' al 35esimo posto per l'ozono, al 47esima per il Pm10
Venezia rientra tra le cinquanta città europee più colpite dalle polvere sottili: il problema dell’inquinamento nell’hinterland mestrino è dibattuto da anni e le polemiche sulle conseguenze nocive si rincorrono da tempo, ora un’ulteriore conferma arriva dall’Agenzia Europea per l’Ambiente. Negli ultimi anni un’indagine dell’Ulss 12 confermò l’incidenza dello smog prodotto nella tangenziale di Mestre su molte malattie: dalla cardiopatia ischemica all’infarto, dalle bronchiti croniche al diabete. Adesso, come riporta la Nuova Venezia, è l’agenzia europea a suonare un nuovo campanello d’allarme.
La zona della pianura padana in questo senso è tra le peggiori d’Europa, e Venezia ovviamente non è affatto esclusa. All'inquinamento contribuiscono grandi navi, centrali e tangenziale. Sul fronte ozono occupa la 35esima posiziona, per il Pm10 la posizione occupata è la numero 47. Nel rapporto, che analizza gli anni 2009, 2010 e 2011, gli sforamenti riportati sono 85, un numero leggermente inferiore rispetto ai 93 contati a Padova. Il rapporto sulla qualità dell’aria di Comune e Arpav segnala che le giornate di sforamento dalla soglia di 50 microgrammi per metro cubo stabilito dall'UE, sono scese dalle 91 del 2011 alle 76 del 2012.
Ma da dove proviene l’inquinamento? Secondo lo studio Apice condotto dalla Regione Veneto nel 2011, le emissioni inquinanti nell’area di Venezia e Mestre sono così suddivise: 20% produzione di energia, 19% traffico portuale commerciale, 12 per cento traffico portuale passeggeri, 14 per cento traffico acqueo locale. E poi 2 per cento altri tipi di trasporto, 5 per cento riscaldamento domestico, 12 per cento industria, 15 per cento il trasporto stradale. Il Dipartimento provinciale dell’Agenzia per l’Ambiente intanto dimostra come tra il 2003 e il 2012 i valori del Pm10 siano via via scesi, ma la classifica europea è comunque un allarme da non sottovalutare.