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Cronaca

Non rientra l'emergenza PM10, "Venezia 8° città più inquinata". Da martedì allerta arancio

Continua a permanere su livelli sopra il limite la concentrazione di polveri sottili in laguna e terraferma. Uscito il rapporto annuale dell'associazione: nel 2017 Venezia "fuorilegge"

Torna l'allerta sul fronte inquinamento. Dalla scorsa settimana, infatti, i livelli di Pm10 hanno ricominciato a salire, portandosi rapidamente su livelli ben al di sopra del limite giornaliero imposto per legge. Se nell'agglomerato di Padova sono stati registrati 10 superamenti consecutivi del valore (50µg/m3) raggiungendo così il livello di allerta 2, quello di Venezia si è fermato a 5, con una situazione che continua a permanere comunque su livelli critici. E sul fronte meteorologico non sono previste condizioni favorevoli alla dispersione degli inquinanti almeno fino a mercoledì, con il tempo che si manterrà stabile e senza precipitazioni di sorta. Ecco perché dalla giornata di martedì scatterà in tutto il Comune di Venezia il livello 1 di allerta arancio, con limitazioni al traffico veicolare. Nel frattempo è arrivato anche il rapporto di Legambiente che inserisce la città lagunare tra le 39 fuorilegge sul frangente delle polveri sottili: per ben 94 volte nel corso del 2017, infatti, la stazione di rilevamento di via Tagliamento ha registrato valori superiori ai 50µg/m3.

Scatta l'allerta arancio

Sia in terraferma che in laguna la concentrazione di Pm10 non è solo superiore al media, bensì molto superiore, con tutte le stazioni Arpav che hanno registrato valori stabilmente superiori agli 80µg/m3, con picchi oltre i 100. È il caso del Parco Bissuola, con la centralina Arpav che da giovedì a domenica ha segnato 100, 94, 85 e 90µg/m3. Situazione similare anche a Sacca Fisola (70, 103, 91 e 75µg/m3), mentre in via Tagliamento si registrano valori quasi sempre doppi rispetto al limite legislativo (89, 109, 106, 98, 106µg/m3). Anche alla stazione di Rio Novo la concentrazione di polvere sottili rimane preoccupante, con un picco di 91µg/m3 nella giornata di giovedì.

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I divieti

Fino a cessato allarme (che dovrebbe giungere con le precipitazioni di giovedì) dalle 8.30 alle 18.30 tutti i veicoli privati a benzina più inquinanti (euro 0 ed euro 1), oltre che i diesel euro 0, 1, 2, 3 e 4 dovranno rimanere ai box. Idem per i motocicli euro 0 a due tempi. I veicoli commerciali euro 0, 1, 2 e 3 non si potranno muovere dalle 8.30 alle 12.30. Per chi potrà circolare (sono ok i mezzi a metano, Gpl, ibridi ed elettrici) attenzione al divieto di sostare con il motore accesso. In casa stop al riscaldamento domestico a biomassa fino alla classe 2, mentre sono naturalmente vietati falò e fuochi d'artificio, a meno che non ci siano manifestazioni autorizzate. 

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Il rapporto di Legambiente

Il rapporto Mal’aria 2018 - “L’Europa chiama, l’Italia risponde?" di Legambiente fotografa una situazione preoccupante per Venezia, all'ottavo posto tra le città più inquinate d'Italia e fuorilegge sul fronte Pm10, con 94 sforamenti nell'anno appena trascorso, a fronte del limite imposto di 35 giorni con valori superiori a 50µg/m3. "Come ribadiamo da anni non servono misure sporadiche, ma è urgente mettere in atto interventi strutturali e azioni ad hoc sia a livello nazionale che locale - dichiara Stefano Ciafani, direttore generale Legambiente - Una sfida che la prossima legislatura deve assolutamente affrontare. Gli innumerevoli protocolli e accordi non devono riguardare solo le regioni padane, ma tutte le regioni e le città coinvolte da questa emergenza. Occorre ripartire da un diverso modo di pianificare gli interventi nelle aree urbane, con investimenti nella mobilità collettiva, partendo da quella per i pendolari, nella riconversione sostenibile dell’autotrazione e dell’industria, nella riqualificazione edilizia, nel riscaldamento coi sistemi innovativi e nel verde urbano. Serve potenziare anche il sistema dei controlli pubblici, con l’approvazione ancora mancante dei decreti attuativi della legge sulle agenzie regionali per la protezione dell’ambiente da parte del Ministero".

Legambiente: "Intervenire con provvedimenti ad hoc"

Gli accordi sottoscritti fino ad ora tra Ministero, Regioni, Comuni (l’ultimo in ordine di tempo a giugno scorso per l’area padana) per affrontare la cattiva qualità dell’aria sono serviti a poco o nulla. Sia a causa del tipo di provvedimento previsto, oppure nella loro reale applicazione o ancora per l’assenza di controlli. La criticità generali riscontrate sono state sostanzialmente due: da un lato il disomogeneo recepimento dell’accordo da parte dei singoli Comuni, senza un’armonizzazione degli interventi, dall’altro l’aver frammentato le responsabilità, "esonerando" di fatto le Regioni dallo svolgere in maniera stringente il proprio ruolo e dovere di coordinamento.

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