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Cronaca

Scontro sui neolaureati che insegnano inglese. Sambo: «Sfruttamento». Besio: «Arricchimento reciproco»

Critiche sull'utilizzo dei tirocini nelle scuole dell'infanzia comunali

«Tirocinanti per 36 ore settimanali, pagati a 450 euro lordi al mese (3 euro lordi all'ora), ed ecco confezionato un progetto moderno e, soprattutto, economico». Duro attacco del Partito Democratico veneziano al progetto dell'insegnamento della lingua inglese, nelle scuole dell'infanzia del Comune, che coinvolge i neolaureati di Ca' Foscari.

«Per alcuni risparmiare sulle spese e far quadrare un bilancio è un gioco da ragazzi: basta incaricare un po' di giovani freschi di laurea e risparmiare con lo sfruttamento e i sacrifici degli altri. Che questo possa essere ideato e predisposto da un'amministrazione comunale sembra impensabile - commenta Monica Sambo, segretaria del Pd Venezia e consigliera - Proprio il sindaco e la giunta di Venezia sono gli artefici di una iniziativa che, avvalendosi di una collaborazione con l’Università, vorrebbe promuovere la conoscenza della lingua inglese tra i bambini a spese di alcuni neolaureati di Ca'Foscari che insegneranno la lingua “travestiti” da tirocinanti extracurricolari».

La replica dell'assessore alle Politiche educative, Laura Besio, non si fa attendere. «Educatrici e giovani laureati insieme per costruire il futuro dei nostri bambini. Mi si spieghi dov'è lo sfruttamento. Il tirocinio extracurriculare è un istituto previsto a livello nazionale. Da un lato Ca' Foscari, ente accreditato per la competenza linguistica, dall'altro il Comune, istituzione che possiede l'esperienza e la conoscenza del servizio educativo: ecco come nasce una convenzione, da uno scambio e arricchimento reciproco. Sembra che su questo i pensieri della consigliera Sambo siano approssimativi e confusi». 

La consigliera parla di «sfruttamento giovanile», l'assessore di «condivisione, scambio, beneficio». Per giovane neolaureato, afferma Besio, «si tratta di un primo approccio al mondo del lavoro in cui trasmette all'insegnante la competenza linguistica e in cambio migliora la capacità di interagire con i bambini, mentre i piccoli vengono avvicinati alla lingua. Nessuno perde in questa partita ma tutti si arricchiscono, compresa la città». «Peccato che non si tratti di lavoro, ma di vero e proprio sfruttamento giovanile - dice Sambo - Se le amministrazioni di destra considerano questi escamotage praticabili e degni, noi diciamo: no. L'insegnamento della lingua inglese è un servizio che riteniamo importante, così come aprire a nuovi concorsi e investire in nuove assunzioni rivolte proprio ai neolaureati».

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