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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca San Giuliano / Via Libertà

Vogliono investire agente al Vega, sgominata la banda dei bancomat

All'alba di venerdì inseguimento in viale della Libertà. Subito un arresto, il secondo poi in un albergo sulla Castellana. Erano furfanti "clonatori"

Prima l'inseguimento, poi la fuga. L'arresto, le indagini. Da una Opel Astra che circolava in modo sospetto a una banda di clonatori di bancomat sgominata per due terzi. Con l'ultimo componente del sodalizio con ogni probabilità costretto a stare lontano da Venezia per un bel po' di tempo. Tutto inizia venerdì scorso, verso le 5.30 di mattina. Una Opel Astra con targa italiana si muove senza avere una meta precisa. O almeno questa è l'impressione che dà a una volante della questura che decide di vederci chiaro. In viale della Libertà, all'altezza del Vega, viene quindi intimato l'alt per controllare chi fosse a bordo. Sulle prime il veicolo accosta sulla destra vicino alla fermata Actv. Uno dei due operatori scende e si avvicina dalla parte del guidatore. A piedi. Rischiando molto. Il conducente, infatti, all'improvviso pigia il piede sull'acceleratore e scarta a sinistra. Tentando di investire il poliziotto. Il quale solo con un balzo indietro riesce a evitare l'impatto con l'auto. In compenso perde l'equilibrio e cade di schiena, procurandosi traumi guaribili in tre giorni.

Scatta l'inseguimento, il prologo di una vicenda che poi porterà ai due arresti. La Opel scappa, si inserisce tra un autobus in corsia di sosrpasso e un autoarticolato. Dietro la macchina della polizia, che nel frattempo ha ottenuto il rinforzo di una seconda volante. Nel mentre dal lato passeggero della Astra viene lanciato un borsone, che poi si scoprirà contenere un pannello con microcamera che di solito viene applicato sopra gli sportelli bancomat per carpire i codici numerici dei correntisti. I fuggitivi, braccati, decidono di tentare di evitare l'arresto a piedi. All'altezza del bivio prima dei Pili del ponte della Libertà il conducente si ferma il più a sinistra possibile. Scendono tutti e tre gli occupanti e scavalcano il guard-rail. Chi era alla guida viene bloccato subito, con una borsa a tracolla. Un altro si insinua nell'area ferroviaria (dalle 17.35 alle 17.50 nove convogli per motivi di sicurezza registreranno ritardi superiori ai 15 minuti) e il terzo si dilegua attraverso un canale scolmatore.

Tentano di investire poliziotto, sgominata banda di clonatori di bancomat

Il fermato, con precedenti per sfruttamento dell prostituzione, è un 37enne bulgaro con nello zaino 480 euro in banconote di piccolo taglio e una lima (per questo dovrà rispondere anche di porto di oggetti atti a offendere). All'interno dell'auto, invece, viene sequestrato sotto al sedile del passeggero un altro borsone: c'era il secondo pannello con microcamera e una maschera, indossata quando la strumentazione è stata materialmente applicata allo sportello. Insomma, il trio girava con un bel po' di soldi e con tutto l'occorrente per poter clonare bancomat e prosciugare conti correnti.

Iniziano le indagini. Il 37enne il 24 febbraio scorso aveva pernottato in un hotel mestrino assieme a un'altra persona, riconosciuta dagli agenti come il complice che era scappato attraverso il canale di scolo. Un controllo veloce e si scopre che lo stesso, un 38enne bulgaro con precedenti, si trovava alloggiato in un noto hotel sulla Castellana. Alle nove e mezza di mattina, dunque, la polizia è già lì. Nella stanza 522. Sorprendendo il malvivente in mutande, con scarpe e indumenti sporchi e bagnati. Era lui. Nessun dubbio. Inevitabile quindi l'arresto (al pari del sodale) per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale.

All'appello manca il terzo fuggitivo. Quello che è riuscito a dileguarsi nell'area ferroviaria. Ma gli inquirenti sanno chi è, e soprattutto che auto guida. Una Mercedes nera con targa bulgara già controllata alcuni giorni fa in sosta in un albergo mestrino. Il "latitante", infatti, al momento del soggiorno di fine febbraio dei due arrestati si era visto spesso nell'albergo. Anche se non aveva lasciato i dati visto che non ci ha pernottato. Se tornerà in laguna verrà denunciato.

Nella "famosa" camera d'albergo 522 in cui è stato arrestato il secondo malvivente le forze dell'ordine hanno sequestrato anche due iPad, 500 euro in banconote di piccolo taglio, una trentina di tessere bancomat (su cui ci saranno ulteriori indagini per capire se siano o meno clonate) e un passamontagna. Ci sono anche dei vestiti di marca e un paio di scarpe Prada acquistate il giorno precedente in un centro commerciale del Comasco. I due arrestati, infatti, con ogni probabilità avevano spostato le proprie scorribande anche in Lombardia. Nella Opel Astra con cui hanno tentato di fuggire c'era una ricevuta di pernottamento del giorno precedente di un hotel della città lacustre. Il pubblico ministero contesta ai due arrestati anche il reato di associazione a delinquere.

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