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Sui muri di Mestre insulti a Bettin Sono firmati con la stella delle BR

L'assessore alle Politiche giovanili di nuovo nel mirino di ignoti: "Questa lunga serie di gesti inquietanti non cambieranno il mio modo di agire"

Riprende la lotta tra l'assessore Gianfranco Bettin e alcuni ignoti vandali di Mestre. Scritte insultanti e minatorie contro il responsabile delle Politiche giovanili sono infatti apparse in questi giorni in varie zone di Mestre in corrispondenza dei manifesti “Chi spaccia è un infame” che l’assessore ha fatto affiggere ormai da mesi in città nel quadro di una campagna contro i mercanti di droga e, in particolare, contro la penetrazione capillare dello spaccio nei circuiti giovanili a opera a volte di giovani reclutati dai trafficanti (nuovi consumatori coltivati da nuovi spacciatori).

DUE POSSIBILITÀ - La campagna del Comune è volta proprio a sensibilizzare questi soggetti e a stigmatizzare chi coinvolge i coetanei al fine di favorirne la dipendenza. Le scritte fanno seguito a una ripresa di minacce e provocazioni rivolte a Bettin direttamente a domicilio, com’era già accaduto in particolare, da ultimo, nella scorsa primavera. “Le scritte sembrano poter avere due possibili origini” commenta l'assessore. “Per il contenuto e poiché sono siglate con la stella a cinque punte, potrebbero essere un parto delirante di certe componenti dell’estremismo di matrice neostalinista, presenti in città da tempo, alle quali si devono anche altre scritte altrettanto insultanti nei miei confronti e inneggianti alle foibe e recenti minacce vergate sui muri contro giornalisti. Se questa ipotesi fosse verificata, il collegamento con lo spaccio consisterebbe nel fatto che tali rottami stalinisti sembrano pensare che gli spacciatori di droga siano una specie di combattenti antisistema, con i quali è possibile condividere qualcosa. La vocazione criminale, forse, e certo l’infamia di fondo”.

NESSUNA RESA - “Una seconda origine, potrebbe invece ricondurre a una sorta di depistaggio, operato da spacciatori veri e propri, magari di nuova generazione e formazione. Anche la forma e il contenuto di certe minacce ricevute in questi mesi sembrano rivelare qualcosa del genere. Senza, ovviamente, escludere che si possa trattare di mani diverse. In ogni caso, per quanto disgustosi e inquietanti siano questi messaggi sui muri o a domicilio – conclude Bettin - non cambieranno il mio modo di agire”. Certo è che, nonostante la semplicità del messaggio, i manifesti affissi dal Comune devono aver sortito qualche effetto se le risposte, anche a distanza di mesi, sono ancora così aggressive.

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