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Dall'Africa con una deformazione che rischiava di soffocarlo: Toku salvato all'Angelo

Otto ore di intervento mai eseguito prima a Mestre: ora il 23enne mangia, parla e respira bene. In Spagna aveva avuto una prima speranza, ma gli avevano chiesto 60 mila euro

Toku, affetto da una malformazione neoplastica al volto che limitava le sue capacità di respirare, parlare e deglutire, è stato operato all'Angelo di Mestre e ora sta bene. Un intervento straordinario per la sua complessità e per il lungo viaggio compiuto dal 23enne, partito dalla Nigeria nel 2017 per cercare una soluzione al problema.

Un lungo viaggio

Il giovane era cresciuto a Benin City, dove fino all'età di diciott'anni ha lavorato come operaio per sostenere la sua famiglia. Durante l’adolescenza era comparso il bozzo, che crescendo era diventato sempre più pericoloso e gli aveva deformato il volto. «Tutti hanno cominciato a guardarmi con spavento e fastidio», ricorda. I medici del posto gli avevano diagnosticato un carcinoma ameloblastico, constatando che di fatto fosse inoperabile.

Così Toku era partito per l'Europa: aiutato dai corridoi umanitari, ha bussato alle porte di diversi ospedali europei sentendosi rispondere che la lesione era troppo estesa e che non c'era nulla da fare. In Spagna gli hanno dato una possibilità, ma l'operazione sarebbe costata 60 mila euro e lui non li aveva.

L’estate scorsa è arrivato in Italia, dove un’associazione di Verona lo ha indirizzato all'ospedale dell'Angelo. Lo ha ricevuto il primario di Chirurgia maxillofacciale Michele Franzinelli: «Ho notato - ricorda Franzinelli - che la lesione stava invadendo tutto il cavo orale e che, di quel passo, rischiava di soffocarlo». Una lesione rivelatasi benigna, che però era cresciuta fino a sovvertire l’architettura ossea della mandibola.

L'operazione

L'intervento è stato effettuato da tre primari e tre diverse équipe: al dottor Franzinelli si sono unite le squadre del primario di Chirurgia plastica, Eugenio Fraccalanza, e di quello di Otorinolaringoiatria Doriano Politi. «Per prima cosa - spiegano - abbiamo simulato al pc la rimozione della mandibola e la sua ricostruzione con l’utilizzo dell’osso perone sinistro, sagomato in tre parti per riprodurre il profilo mandibolare. Poi abbiamo fatto sviluppare la placca in titanio per fissare i monconi del perone con il residuo di mandibola sana».

Infine l'operazione vera e propria, lunga (8 ore) e delicatissima. L'intervento ha richiesto una tracheotomia, un sondino naso gastrico, il gesso sulla gamba dov'è stato prelevato il perone e una notte in rianimazione. Toku si è ripreso in pochi giorni e ha ringraziato, in inglese, gli specialisti dell'Angelo: «Siete brave persone. Gli unici, dopo tante porte chiuse in faccia, che mi hanno aiutato. Sono felice per la mia nuova faccia e per la mia nuova vita».

Il direttore dell'Ulss 3, Edgardo Contato, ha commentato: «È l'esempio tecnico dell'eccellenza raggiungibile dal nostro servizio sanitario, che vuole farsi carico di tutte le necessità cliniche più rilevanti e gravi delle persone, indipendentemente dall'etnia, dalla possibilità economica, dall'etrazione sociale e dalla provenienza geografica. È il vero miracolo del servizio sanitario nazionale: universale, gratuito, ad alta tecnologia ma anche territoriale, su tutte le branche specialistiche».

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