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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Altri fanghi alle Tresse, «sovralzo modesto». Fersuoch: «È diventata una cosa mostruosa»

Domani si riunisce la commissione di Salvaguardia della laguna. C'è attesa per il piano morfologico

Fanghi degli escavi a Porto Marghera: si attendono il protocollo aggiornato e il piano morfologico per mettere le draghe al lavoro. Domani, martedì 26 novembre, si riunirà la commissione Salvaguardia per far procedere l'iter autorizzativo. Venerdì 9 novembre i sindacati hanno accettato una "temporanea non belligeranza", in Prefettura, all'incontro con il provveditorato alle Opere Pubbliche, l'Autorità portuale, la direzione Marittima del Veneto e le imprese dello scalo. Ottenendo rassicurazioni sugli scavi e poi sulla costante manutenzione dei canali di transito delle portacontainer da cui dipendono il lavoro e il Porto. Previsto nel frattempo l'ampliamento della capacità ricettiva delle Tresse, dopo la Vas (Valutazione ambientale strategica) della Regione. Una concessione non passata inosservata a Italia Nostra, comitato che sabato scorso ha fatto un sopralluogo spontaneo sull'isola. «Dal '94 abbiamo iniziato a tenere sotto controllo l'isola. È diventata una cosa mostruosa», dice la presidente Lidia Fersuoch.

Il sovralzo

«Non è una discarica di fanghi tossici, si tratta di una cassa di colmata destinata ai sedimenti classificati entro C come da “protocollo fanghi” del 1993 - interviene l'Autorità portuale - Sono considerati materia e non rifiuti. Nel caso specifico devono essere utilizzati nell’ambito della conterminazione lagunare, disposti su isole emerse, come le Tresse. Il progetto originario di sistemazione dell’isola, approvato dal Commissario straordinario Casarin, prevedeva una naturalizzazione dell’area con sviluppo di biodiversità, dossi, laghetti, piantumazione di piante tipiche. Quello che sarà esaminato in commissione di Salvaguardia è un modesto sovralzo dell’isola, non un allargamento, che consentirà di refluire circa 1 milione di metri cubi di sedimenti, non 3, allo scopo di garantire la possibilità di effettuare manutenzioni ordinarie dei canali navigabili nell’ambito lagunare. La variante, per la commissione, non è soggetta alla Via».

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Il riequilibrio della laguna

«Le Tresse sono una vera e propria discarica - commenta Fersuoch - Questa isola artificiale, che nel 1994 era di 50 ettari si è ampliata in più fasi. Da un'altezza di 4 metri e mezzo si è passati a 6,2, poi a 9,5 metri, con una Via (valutazione di impatto ambientale), nel 2016. Non si capisce per quale motivo, volendo ora aumentare fino a 12,5 -13 metri, che significa stravolgere il paesaggio della laguna, la Via non sia più considerata necessaria. Il sovralzo è notevole dal punto di vista ambientale e paesaggistico. Ci risultano 3, 5 milioni di metri cubi ulteriori, di cui 1,5 nelle Tresse uno, e 2 nelle Tresse 3. È un danno, e sono queste nuove grandi acque alte a indicare che c'è uno squilibrio lagunare - conclude Fersuoch, e sul Mose aggiunge - nel 2014 abbiamo chiesto che ci fossero tecnici indipendenti a valutare gli elementi di criticità dell'opera, quelli che il governo decise di archiviare per andare avanti comunque. Dell'emergere della corruzione si poteva approfittare per fermare tutto e ragionare. Siamo per il riequilibrio della laguna stabilito dalla legge speciale e mai attuato».

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