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Cronaca

Jack-up, tutto da rifare: "confiscata" la maxi nave del Mose che non ha mai funzionato

I commissari del Cvn hanno revocato l'appalto da 55 milioni. Fu costruito per il sollevamento e il trasporto delle paratoie, fra ritardi e malfunzionamenti non ha mai preso il largo

Costi lievitati, ritardi, "giochi" politici, malfunzionamenti: la travagliata storia del "jack-up" assomiglia a molte altre vicende italiane, ed è un po' l'esemplificazione di tutto il malaffare che gravita attorno al Mose. Una maxi struttura dal prezzo preventivato di 37 milioni di euro ma per cui alla fine ne sono serviti 55, e che non è mai entrata in funzione. Eppure questo ambizioso progetto avrebbe dovuto diventare un capolavoro dell'ingegneria "nostrana", una nave fornita delle strutture per il sollevamento delle paratoie mobili del Mose e il trasporto dalle bocche di porto all’Arsenale: ed è là che adesso è ormeggiata, immobile e inservibile a più di un anno dal varo.

Ora, come riporta La Nuova Venezia, su tutta questa vicenda hanno deciso di far luce i commissari che gestiscono il Consorzio Venezia Nuova su mandato dell'autorità anticorruzione. È per questo che hanno emesso un provvedimento di revoca di assegnazione dell'appalto concesso alla Fip di Selvazzano, di proprietà della Mantovani spa. L'azienda se l'era aggiudicato nel 2010 dopo un'asta revocata e un'altra andata deserta, al termine della quale la Comar (altra ditta appartenente al Cvn, incaricata di gestire gli appalti) aveva assegnato il lavoro di realizzazione del jack-up direttamente alla Fip. Tutto in famiglia, insomma.

Il risultato è che il jack-up viene "confiscato" dal Cvn commissariato, che con la verifica di tutte le procedure intende chiedere conto alla ditta costruttrice dei ritardi (i termini furono prorogati di 585 giorni) e del non funzionamento della nave (tanto per cominciare, una gamba di appoggio cedette già al momento del varo: ma non sarebbe l'unico problema della struttura). Tutto previa perizia tecnica, a conclusione della quale la Fip potrebbe essere chiamata a risarcire i danni. E pensare che in origine se ne sarebbero dovuti costruire due.

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