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Cronaca Jesolo

Confcommercio sulla movida jesolana: «No a nuove restrizioni»

Per l'associazione servono maggiori controlli da parte dei locali e una presenza fissa di forze dell'ordine

Confcommercio Jesolo si oppone all'ipotesi di nuove norme restrittive per contrastare la "movida molesta", in particolare eventuali limitazioni nella somministrazione di alcolici. «In un sabato sera estivo - dice Alberto Teso, delegato comunale dell'associazione - in città ci possono essere oltre 200mila persone. Gli ubriachi e tutti quelli che possono creare problemi di ordine pubblico sono qualche decina, lo 0,1% delle persone presenti»: quindi, «invocare nuovi provvedimenti normativi per evitare episodi di ubriachezza molesta è come se, per affrontare il rischio di essere colpiti da un fulmine, si obbligassero tutti a restare chiusi in casa».

In sostanza, spiega Teso, «a fronte dell'incapacità di controllare una piazza, si stanno introducendo norme e divieti che vanno a colpire e penalizzare tutti, dai turisti per bene alle attività commerciali. Per colpa di qualche decina di ragazzini deficienti viene sacrificata la libertà di decine di migliaia di persone di bere un calice di prosecco in riva al mare, nelle sere del week end».

Teso ricorda le parole del questore Masciopinto che, al convegno sull'assunzione responsabile di bevande alcoliche organizzato ieri a Mestre, ha ribadito il principio per cui «ognuno deve fare la propria parte». La strada, secondo il rappresentante di Confcommercio, è proprio questa: «Gli imprenditori rispettino la legge, non vendano alcolici a minori e a persone già in stato di ubriachezza, chiedano i documenti e facciano tutto quanto necessario per impedire abusi ed intemperanze». Mentre «le forze dell'ordine devono essere presenti costantemente: ubriachi e spacciatori vanno fermati, identificati, caricati in auto e portati in commissariato. Serve un presidio fisso di polizia in piazza, una ronda in divisa per tutta la notte, un controllo effettivo del territorio».

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