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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

La ricetta di Zappalorto: rilancio del Casinò e vendita dei palazzi

Mercoledì aggiornata la convenzione con la Casa da Gioco: i risparmi sul costo del lavoro torneranno raddoppiati a Ca' Vendramin grazie al Comune. Bando per investitori per il fondo immobiliare "Città di Venezia"

Il futuro di Venezia è legato a doppio filo al destino del Casinò, oltre che alle possibili alienazioni in grado di rimettere in sesto una situazione di bilancio difficile da gestire. Una volta che il nuovo sindaco prenderà possesso di Ca' Farsetti, infatti, servirà trovare alla svelta 55 milioni di euro per rimettere in sesto i conti. Un'enormità. Lunedì scorso il subcommissario al Bilancio Vito Tatò, durante l'incontro al Toniolo in cui la gestione commissariale lagunare ha voluto mettere nero su bianco lo stato dell'arte per le casse lagunari, ha puntato il dito soprattutto sul Casinò, "reo" di non fornire più trasferimenti sufficienti al Comune e di "non reggersi" sulle proprie gambe. Una società in perdita, in definitiva, la cui gestione avrebbe dovuto essere ceduta ai privati già nel 2014. Il bando però è andato deserto, così l'unica strada da percorrere è quella di una ristrutturazione dell'organizzazione della Casa da gioco in cui ha una grossa voce in capitolo anche Ca' Farsetti.

Il commissario Zappalorto, infatti, ha approvato mercoledì con i poteri del Consiglio una integrazione alla convenzione del 2012 che regola i rapporti tra il Comune e la Casa da gioco (Casinò di Venezia spa). "In sostanza, l'integrazione della convenzione prevede che il Comune aumenti il compenso alla casa da gioco in misura pari ai risparmi sul costo del lavoro derivanti dalla riorganizzazione e dall'efficientamento del Casinò, anche afferenti dal negoziato in corso con le organizzazioni sindacali", dichiara in una nota Ca' Farsetti. Ad esempio, se la somma che si riuscirà a risparmiare sul costo del lavoro sarà pari a 3 milioni di euro, tale cifra sarà raddoppiata, appunto, dall'integrazione di pari importo che verserà il Comune a titolo di maggior compenso di gestione per il triennio 2015-2017, al fine di sostenere gli investimenti per il rilancio dell'attività.

Il commissario Zappalorto si sta muovendo anche sul fronte delle possibili alienazioni immobiliari. Durante la stessa seduta del parlamentino locale, infatti, è stata approvata una delibera per l'avvio di una procedura di selezione di una nuova società di gestione per il fondo immobiliare "Città di Venezia", in sostituzione dell'attuale gestore, Est Capital. L'intento, attraverso un bando pubblico di selezione, è di trovare nuovi investitori istituzionali in grado di rilanciare il fondo, dopo che l'operazione di vendita dei due "gioielli" che può contare al suo interno, palazzo Diedo e palazzo Gradenigo, non è andata a buon fine con la Cassa Depositi e Prestiti.

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