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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

La risposta alla crisi della sanità pubblica: nasce la “Rete salute per il Veneto”, prima esperienza regionale tra strutture ambulatoriali

22 strutture venete si uniscono per garantire prestazioni sanitarie ambulatoriali di eccellenza con tariffe socialmente ed economicamente sostenibili.

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di VeneziaToday

In una situazione congiunturale di riorganizzazione complessiva della sanità regionale, anche le strutture ambulatoriali convenzionate si organizzano per rispondere ai crescenti bisogni nel settore della salute, con la possibilità di accedere a servizi complementari e integrati con costi e tempi di attesa competitivi: nasce così la “Rete Salute per il Veneto”.

Otto gruppi ambulatoriali veneti con 22 strutture tra Padova, Rovigo, Treviso, Venezia, Verona e Vicenza, ma anche a Gorizia e a Trento; con un fatturato aggregato di circa 20 milioni di euro,  500 tra dipendenti e collaboratori, circa 150.000 accessi e oltre 1.500.000 prestazioni erogate dall’inizio del 2015: sono questi i numeri della “Rete Salute per il Veneto” di Padova, primo contratto di rete tra strutture ambulatoriali della nostra regione, per mettere a disposizione dei cittadini prestazioni e servizi sanitari secondo il principio del welfare sussidiario. Info: www.saluteperilveneto.org

La nuova rete in sanità è stata presentata nella sede di Unioncamere Veneto dal Presidente e Vicepresidente della “Rete Salute per il Veneto” Giampietro Vecchiato e Giuseppe Caraccio, dal Presidente di Cittadinanzattiva – Tribunale del Malato Veneto Umberto Iazzetta e dal Presidente di Unioncamere Veneto Fernando Zilio.

“Quando si decide di costruire una Rete d’Imprese – ha commentato Zilionon è solo per gli indubbi vantaggi economici e le agevolazioni di natura fiscale che comporta, ma soprattutto perché si vuole condividere know how e sposare una filosofia. Nel caso della “Rete Salute per il Veneto”, questa consiste nella volontà di garantire un bene primario e irrinunciabile come la salute, in una logica di integrazione con il welfare pubblico. Anche le Strutture Private Accreditate fanno quindi la loro parte nel contribuire a definire politiche sanitarie eque, efficienti ed efficaci e per favorire il mantenimento degli standard di eccellenza raggiunti in Veneto”.

“Con il welfare state che sta arretrando, – ha sottolineato Caracciocon la riorganizzazione del Servizio Sanitario Nazionale e Regionale e la comparsa di nuovi sistemi di welfare aziendale o di altre forme complementari, con l’ingresso di gruppi multinazionali tedeschi, austriaci e americani che tentano di acquisire  strutture nel nostro paese, abbiamo visto la necessità di organizzarci per dare una risposta immediata ai bisogni dei cittadini: basti pensare che il 9,5% degli italiani non ha le risorse per rivolgersi alla sanità pubblica”.

L’obiettivo della rete è di migliorare la qualità nell’erogazione di prestazioni sanitarie ambulatoriali con tariffari economicamente e socialmente sostenibili, attraverso l’abbattimento delle liste di attesa, l’utilizzo di tecnologie e strumentazioni, qualità organizzativa, e la capillarità territoriale delle strutture aderenti.

I componenti della rete, i numeri, i servizi

I fondatori della rete, che ha sede a Padova, sono 7: il gruppo GVDR Gruppo Veneto Diagnostica e Riabilitazione (con sedi a Padova e Vicenza), Chinesi s.r.l. (Camposampiero), Punto Medico s.r.l. (Camposampiero), Radiologia Clinica s.r.l. (Padova), Studimed Cadorna s.r.l. (Padova), Orthomedica (con sedi a Padova, Treviso, Verona, Vicenza, Trento e Gorizia), Sefamo s.r.l. (Vicenza). Ha anche aderito il Centro Attività Motorie (con sedi a Rovigo e Venezia) .

Si tratta di strutture in gran parte accreditate al Sistema Sanitario Regionale e certificate al Sistema Iso 9001/2008. Le singole imprese si sono impegnate a condividere standards strutturali, tecnologici, organizzativi, metodologici, produttivi, di controllo della qualità e delle procedure.

Scenario

La spesa sanitaria privata in Veneto ha raggiunto nel 2013 i 702,43€ pro capite. Con questo dato, la nostra regione di colloca al secondo posto in Italia, dopo Trento e Bolzano che si attestano su 738,55€ di spesa.

Secondo una ricerca del Censis-Rbm Salute, infatti, in Italia sta aumentando il bisogno di salute, ma il servizio sanitario pubblico è sempre più intasato, si allungano i tempi per le liste di attesa e si amplia il ricorso al privato: complessivamente 33 miliardi di euro di spesa sanitaria «out of pocket» nel 2014, un miliardo in più in un anno. Mentre la spesa sanitaria pubblica supera i 110 miliardi di euro.

Pur vantando elevati standard di cura, il Veneto sta affrontando gli effetti della riduzione delle risorse da parte del governo centrale, che ha portato ad una spending review di 220 mln €; inoltre la nostra Regione sta attuando una profonda riorganizzazione del Servizio Sanitario Regionale con una riduzione delle Ausll e l’istituzione dell’Azienda Zero. Tutte queste misure avranno forti ricadute sul sistema di welfare sociale e sulla popolazione. In un futuro a breve-medio termine il welfare avrà modalità diverse con un ruolo importante dell'Associazioni di Categoria e delle Aziende Produttive, creando quello che viene definito “Welfare Mix”. In questo scenario si innesta un nuovo ruolo per le Strutture ambulatoriali private e soprattutto per la “Rete Salute per il Veneto”. 

Il contratto di rete

Secondo i dati del registro delle imprese, al 3 ottobre 2015 in Italia sono 2.405 i contratti di rete per 12.089 imprese coinvolte, di cui 1032 in Veneto. All’1 marzo 2015 nella nostra regione i contratti di rete erano 256, cui hanno aderito 871 soggetti (fonte Infocamere).

La Legge n. 33/2009 istituisce il contratto di rete come strumento giuridico di collaborazione interimprenditoriale. È data possibilità alle imprese di aumentare la propria competitività e capacità innovativa sul mercato mettendo in comune progetti, risorse e conoscenze. In particolare, esso consente di coniugare autonomia imprenditoriale con la capacità di acquisire un vantaggio competitivo, in grado di permettere alle piccole e medie imprese di raggiungere obiettivi strategici altrimenti difficilmente realizzabili.

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