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Cronaca

La sanità privata irrompe in Regione: "Apriamo un tavolo condiviso"

I camici bianchi delle strutture non pubbliche stamattina hanno raggiunto palazzo Ferro-Fini per un sit in di protesta. Una delegazione è stata riceveuta dal presidente del Consiglio

Apertura di un tavolo per affrontare, assieme agli assessori regionali alla sanità, alle politiche sociali e al lavoro, le tematiche della sanità privata veneta e gli interventi necessari per tutelare i suoi lavoratori privi di ammortizzatori sociali a fronte di un progressivo processo di tagli all'occupazione iniziato al Policlinico San Marco di Mestre con l'avvio di procedure di esubero per 80 dipendenti.

E' questo l'accordo raggiunto al termine di un confronto svoltosi stamattina a palazzo Ferro-Fini tra il presidente del Consiglio regionale Clodovaldo Ruffato, i capigruppo e una delegazione di lavoratori della sanità privata e di sindacalisti Cgil-Funzione Pubblica in occasione dello sciopero indetto oggi in veneto, Emilia Romagna e Campania. Sul piano generale i lavoratori del settore organizzati nella Cgil chiedono che la Regione Veneto ribadisca la centralità del servizio sanitario nazionale e della difesa del relativo contratto di lavoro esteso anche alla sanità privata per evitare la parcellizzazione dei contratti che indebolisce i lavoratori per quanto riguarda diritti e salari.

"C'é poi un problema molto concreto - ha affermato Sergio Palma, della segreteria veneta Cgil Funzione Pubblica - che riguarda le strutture sanitarie private venete, in modo particolare Villa Maria di Padova e Villa Salus di Mestre, ai cui dipendenti non sono stati ancora erogati gli arretrati contrattuali riferiti al biennio 2008/2009 per i quali la sezione veneta dell'Associazione Italiana Ospedalità Privata in questi anni si sistematicamente sottratta al confronto con i sindacati".

Da parte loro i numerosi capigruppo dell'assemblea regionale intervenuti all'incontro con i lavoratori hanno rilevato che una definizione della sanità privata, molto importante per il suo ruolo complementare rispetto a quella pubblica, potrà essere portato a termine solo all'interno del nuovo piano socio sanitario e delle sue "schede" relative alle strutture sanitarie territoriali. Un piano - è stato detto - decisamente in ritardo rispetto alla crescente domanda di servizi.

"Le vie d'uscita ci possono essere – ha dichiarato il consigliere Gennaro Marotta dell'Idv riferendosi al Veneziano - come ad esempio la possibilità di far tornare al policlinico San Marco l'hospice con almeno 15 posti, fatto che porterebbe evidente sollievo al problema-lavoro. Chiediamo però alla Giunta Zaia di evitare che ci sia, anche nella sanità privata, disparità di trattamento tra un territorio e l'altro. Non vorremmo che Venezia fosse figliastra rispetto a qualche altra provincia, e i lavoratori ne pagassero lo scotto".
 

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