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Cronaca

Laura Boldrini a Venezia: "Valeria era nostra figlia, per me un onore e un dovere essere qui"

Venerdì convegno con i familiari della studentessa uccisa al Bataclan. La presidente della Camera ha incontrato poi gli studenti del Marco Polo, dopo le frasi xenofobe della prof

La presidente della Camera, Laura Boldrini, ha partecipato venerdì mattina a Venezia a una convegno in memoria di Valeria Solesin, ad un anno dall'attacco terroristico di Parigi in cui la ricercatrice rimase uccisa. Ad accoglierla, tra gli altri, ci sono i genitori e il fratello della ragazza, Dario, il rettore Michele Bugliesi e il prefetto Domenico Cuttaia. Con i Solesin c'è stato un toccante incontro nella sede del rettorato. Dopodiché il convegno "Disparità di genere e ruolo della donna nella società", con presente anche la presidente del Consiglio comunale, Ermelinda Damiano.

Boldrini a Venezia, giornata per Valeria

"È per me un onore essere qui oggi - ha esordito la presidente della Camera nell'aula magna di Ca' Dolfin - È doveroso, perché le istituzioni ci devono essere in occasioni come questa. Valeria era una nostra figlia, una figlia del nostro tempo. Aveva messo al centro la questione dell'occupazione femminile, del ruolo delle donne nella nostra città. Voglio mandare un caloroso abbraccio ai genitori e al fratello Dario. Voglio ringraziarli per come hanno educato Valeria, per come hanno tenuto alti i suoi valori". "Valeria ha cercato di rispondere alla domanda sul perché le donne devono scegliere tra il lavoro e il fare figli - ha continuato la titolare di Montecitorio - È quasi paradossale questa domanda, ma i numeri ci dicono che in Italia solo il 47% delle donne lavora, mentre la media europea è al 60%".

LA MAMMA DI VALERIA SOLESIN: "CONTINUATE IL SUO LAVORO"

"Per i giovani le cose vanno anche peggio - ha continuato la presidente della Camera - Le ragazze sotto i 30 anni che hanno un figlio sono le più penalizzate. Sono il 64,4% sul totale. I giovani padri nella stessa condizione sono solo il 14%. Le nostre figlie che hanno a loro volta un figlio e vogliono lavorare si trovano di fronte a un muro. Perché nel nostro Paese non abbiamo un sistema di welfare che consenta le donne di fare tutto, e alle donne si chiede di fare tutto. Poi c'è ostacolo culturale, ma le leggi non aiutano: il congedo paternale è fermo a 2 giorni, quindi consideriamo ancora il fatto che un padre sia esentato dallo svolgere le sue funzioni di padre nei primi momenti del bambino".

POI VISITA DELLA BOLDRINI AL MARCO POLO: "LA DIVERSITA' E' UN VALORE"

"La parità tra uomini e donne è una delle mie priorità fin dal mio primo discorso alla Camera - ha sottolineato la Boldrini - La violenza sulle donne è una questione che riguarda lo Stato: abbiamo inasprito le pene per violenze e stalking, inserito il reato di femminicidio, approvato la legge sul cognome della madre, anche se l'iter non si è ancora concluso. Se in famiglia c'è violenza e una donna non lavora, una donna non ha la libertà di andarsene. Il lavoro diventa un antidoto alla violenza. Il lavoro delle donne fa bene anche al Paese, ce lo dice la Banca d'Italia, la produttività aumenta. Senza favorire l'occupazione femminile l'Italia perde 15 punti di Pil potenziale. Che succede quando le donne riescono a fare una carriera? È curioso come a un certo punto il linguaggio non ci segua. Decliniamo l’occupazione della donna quando non fa carriera (operaia, contadina), ma molti cominciano a storcere il naso quando si dice avvocata o ingegnera, oppure sindaca o ministra. E poi c'è il problema della disparità negli stipendi - conclude - secondo l'Eurostat un gap del 6%. Senza contare il lavoro nero. Valeria ci diceva, e concludo con le sue parole perché la strada è ancora lunga: 'Forza, ragazze, al lavoro!'".

A far da padrone di casa, e a introdurre la giornata di studi, il rettore Michele Bugliesi: "Siamo qui per ricordare Valeria - ha dichiarato - una ragazza scomparsa in un attentato assurdo e crudele che tutti ricordiamo ancora per la sua violenza e per lo sgomento che ci ha lasciato. Ma siamo qui anche per andare oltre, per onorare la memoria di Valeria e dare continuità alle sue idee e al suo impegno, alla sua energia. Mi rivolgo alla sua famiglia, ai genitori e al fratello: li ringrazio ancora per l’immenso insegnamento che ci hanno trasmesso, per il loro atteggiamento, per il modo in cui hanno affrontato una tragedia personale infinita, per la loro capacità di andare oltre il dramma e la loro volontà e capacità di mantenere un equilibrio, di cercare un dialogo, per la loro dignità, per la loro grande umanità. Questi valori sono stati, sono oggi e saranno in futuro,  un grande insegnamento per tutti noi, un’eredità che sta a noi saper raccogliere. E noi oggi siamo qui proprio per raccogliere quella eredità. Siamo qui per dare continuità all’impegno di Valeria e all’insegnamento della sua famiglia, per superare il dramma e dare risposta a quell’evento tragico frutto dell’intolleranza e dell’incomprensione. E la risposta viene da qui, da Venezia, dove Valeria è nata, da Venezia che da sempre è stata un luogo di dialogo e di tolleranza. Viene dall’università, perché l’università è il luogo della cultura, il luogo in cui attraverso la cultura si realizza l’incontro, l’integrazione, la conoscenza reciproca. È il  luogo della ricerca come strumento di comprensione, di progresso, scientifico, culturale e sociale. Sono i temi che avevano appassionato Valeria Solesin, i temi che l’avevano avvicinata all’università".

L'appuntamento si svolge ad un anno dalla tragedia (avvenuta lo scorso 13 novembre) con la prima conferenza in memoria di Valeria. Si intitola “Come on girls, lets’ work! Allez les filles, au travail! Forza ragazze, al lavoro!”. L'evento realizzato in collaborazione con l’università degli studi di Trento, l’università Paris 1 Panthéon-Sorbonne e INED (Institut national d’Etudes Démographiques). Per commemorare Valeria gli organizzatori hanno deciso di parlare delle sue ricerche, tutte legate al mondo delle donne e del lavoro. Temi legati alle difficoltà del lavoro e all'uguaglianza dei sessi.

La presidente della Camera ha approfittato della sua presenza a Venezia anche per fare visita al liceo Marco Polo, dove ha incontrato gli studenti per parlare di inclusione, dopo la vicenda che ha visto una loro insegnante lanciare, attraverso il web e i social, pesanti frasi xenofobe e razziste. Quella stessa professoressa che a fine agosto non aveva mancato di apostrofare proprio la Boldrini con parole ingiuriose. Anche questo secondo appuntamento si è tenuto nell'arco della mattinata (DETTAGLI, FOTO, VIDEO).

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