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Operazione fiumi

Report fiumi di Legambiente: allarme siccità, preoccupa il glifosato nel Dese

La quantità rilevata alla foce supera di 5 volte il limite di legge. Ecosistemi in sofferenza a causa delle temperature in aumento, della scarsità di piogge e del cuneo salino

Legambiente Veneto pubblica i risultati della "operazione fiumi", dossier realizzato in collaborazione con Arpav analizzando i campioni raccolti dai volontari dell'associazione. La ricerca si è concentrata sui corsi d'acqua principali (Adige, Bacchiglione, Brenta, Livenza, Piave, Po, Sile) e su alcuni di quelli secondari (Fratta-Gorzone, Piovego, Retrone, Dese, Canale Brentella): il risultato è una fotografia sullo stato di salute dei fiumi, che considera fattori quali la qualità chimica, aspetti morfologici, pressione antropica, qualità della flora e della fauna.

La situazione è definita «critica» per quanto riguarda la portata, condizionata negativamente dalla siccità in un anno, il 2022, di valori ai minimi storici. Temperature in aumento, scarse precipitazioni, prelievi esagerati e cuneo salino hanno creato un mix che sta provocando gravi danni agli ecosistemi fluviali, con effetti visibili (i fiumi in secca) ed invisibili, come le falde in sofferenza. Inoltre i fiumi soffrono di mala depurazione e di altre contaminazioni, come quella dovuta ai Pfas e ad inquinanti emergenti (glifosato, plastificanti) che minacciano la salute umana e quella dell’ecosistema.

Gli effetti della siccità si sono visti sia in termini di diminuzione di risorsa idrica per le attività umane - agricoltura con perdite di raccolto e limiti di utilizzo delle acque di raffreddamento per l’industria - sia in termini di riduzione di habitat per le specie acquatiche. La diminuzione di portata nell’alveo dei fiumi a monte, ha comportato, a valle, la forte risalita del cuneo salino fino nell’entroterra, con conseguente infiltrazione di acqua salata nelle falde. In alcuni comuni è stato necessario ricorrere al noleggio di dissalatori per rendere potabile l’acqua, in altri fermare l’irrigazione delle campagne. «Per limitare queste crisi - commenta il presidente di Legambiente Veneto Luigi Lazzaro - è necessario intervenire con urgenza sia a livello normativo che operativo, seguendo le politiche comunitarie e globali. I fiumi malati e in secca sono una concreta realtà quotidiana».

Tra i dati raccolti Legambiente ha osservato, in particolare, la presenza del batterio escherichia coli (che permette di verificare lo stato di depurazione delle acque), degli ftalati (una famiglia di sostanze chimiche di sintesi impiegate come agenti plastificanti) e del glifosate, un erbicida di sintesi utilizzato da 40 anni in modo massiccio nell'agricoltura. Se gli escherichia coli sono in lieve calo, il limite del glifosate è stato superato nel fiume Bacchiglione (4 dei 6 punti campionati) e in un punto, rispettivamente, nel Piave, nel Sile, nel Fratta-Gorzone e nel Brenta. Preoccupa il dato della foce del fiume Dese, che supera di 5 volte il limite di legge registrando il valore 0.54 microgrammi al litro. Il glifosate svolge un’azione a largo spettro che si estende dall’essere umano alle specie vegetali, causando conseguenze catastrofiche sulla biodiversità.

I fiumi Piave e Livenza sono stati coinvolti in due tappe della campagna, rispettivamente il 22 giugno 2022 a Breda di Piave (Treviso) e il 5 luglio a San Stino. Per il Piave i risultati sono buoni, nel senso che non sono stati rilevati superamenti degli standard di qualità per le sostanze pericolose. Stato chimico buono anche per il Livenza, tranne che in un tratto intermedio del fiume Monticano per superamenti della concentrazione di idrocarburi policiclici aromatici. «Sul Livenza andrebbe riservata maggiore attenzione - commenta Anna Carozzani, vicepresidente del Circolo Veneto Orientale - ed è necessario uno sforzo sul fronte della depurazione, incentivando l’allacciamento alla rete fognaria». Anche qui i problemi legati alla siccità sono gravi: «Ricordiamo - continua Carozzani - la crisi di approvvigionamento di acqua potabile, esplosa il 25 luglio a causa della risalita del cuneo salino per oltre 20 chilometri sull’asta della Livenza, che bloccò l’impianto di potabilizzazione di Boccafossa mettendo in crisi alcuni comuni, tra cui Caorle ed Eraclea, proprio in piena stagione turistica».

Nella prospettiva di un aggravamento della crisi climatica, che si palesa (anche) con un sempre maggior deficit idrico, è indispensabile intervenire per la salvaguardia degli ecosistemi e della salute umana. «Il dramma ecologico e sanitario che stiamo vivendo a causa dei famigerati Pfas - dichiara concludendo Lazzaro - insegna che è prioritario concentrarsi sulle politiche di prevenzione. Invitiamo, perciò, le istituzioni a considerare lo stato del fiume in senso ecosistemico e ad avviare concrete azioni di adattamento e resilienza ai cambiamenti climatici, quali l’efficientamento e l’aumento della rete di depurazione; sistemi di recupero delle acque reflue depurate; la liberazione di aree golenali da dedicare alla ricarica di acquiferi; norme per frenare il consumo di suolo e per tutelare le acque dai pesticidi e altri inquinanti emergenti».

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