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Cronaca

"Siamo tutti cretini". Provocazione di Ugl nella lettera per Alfano

Uno dei sindacati chiede le scuse pubbliche del capo della Polizia, Alessandro Pansa, che ha definito un agente "cretino da identificare"

“Se quel poliziotto è un cretino, allora siamo cretini anche tutti noi”. Suona tanto di provocazione la lettera inviata lunedì mattina dal sindacato di oolizia Ugl ad Angelino Alfano, ministro dell’Interno che in giornata a Venezia ha incontrato tutti i prefetti del Veneto. “Abbiamo assistito attoniti a quanto affermato dal nostro Capo della Polizia il 14 aprile scorso”, scrive il segretario regionale Mauro Armelao, riferendosi alle parole pronunciate da Alessandro Pansa dopo una manifestazione romana. “Il poliziotto che ha calpestato la ragazza a terra? Un cretino da identificare”, avevo detto il capo della polizia. Apriti Cielo, il sindacato non l’ha digerito affatto.

“Stiamo ancora attendendo inutilmente le scuse dal nostro capo per aver pubblicamente offeso un collega che ha sempre una sua dignità professionale e umana che non può essere lesa da nessuno. Se è stato giusto definire “cretino” un suo dipendente che ha forse sbagliato, allora sappia che “cretino” non è solo quel poliziotto ma lo siamo in molti qui in Veneto – si legge nella lettera -. Cretini sono tutti i poliziotti che lavorano con passione anche se sono sempre meno e sempre più vecchi, sono tutti coloro che lavorano in piazza anche se rischiano la loro pelle, sono tutti quelli che lavorano per l’ordine pubblico senza uniformi idonee, sono tutti quelli che pattugliano le strade giorno e notte a bordo di auto vetuste”.

L’elenco sarebbe ancora molto lungo, ma il segretario Mauro Armelao riassume il concetto nella parte finale: “Venga a visitare questa triste realtà lontano dai riflettori – recita l’invito rivolto ad Alfano -. Si renderà conto con i propri occhi di come lavorano i poliziotti del Veneto. Si prepari perché capirà con quanta frustrazione vanno a lavorare ogni giorni gli uomini e le donne della Polizia di Stato e si renderà conto del disagio ormai diffuso che aleggia nei corridoi degli uffici".

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