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Cronaca Martellago

Otto mesi di "contatti": telefonate in arabo e due mail dei rapitori

I parenti di Gianluca Salviato ad aprile avrebbero ricevuto almeno sei chiamate in arabo e due mail con in allegato foto e un audio-messaggio

Non sono stati otto mesi in cui i rapitori di Gianluca Salviato non si sono fatti sentire. Anzi. Durante queste lunghe settimane i suoi parenti avrebbero ricevuto telefonate in arabo e messaggi di posta elettronica con in allegato degli audio-messaggi. Come riporta il Gazzettino, a rivelarlo è la sorella del tecnico prelevato il 22 marzo in Libia da un commando armato e liberato solo sabato scorso. Secondo la famigliare, i sequestratori avrebbero chiesto i recapiti al fratello del rapito.

Così la madre di Salviato ad aprile scorso avrebbe ricevuto circa sei telefonate di tre minuti, in arabo. Mentre la moglie si sarebbe trovata nel computer due mail con foto del marito e un file audio. Del resto lo stesso tecnico liberato aveva raccontato di essere stato ripreso con dei video dai suoi sequestratori. Sul contenuto delle telefonate è mistero, nel senso che la lingua parlata era l'arabo. Dunque nessuno dei parenti di Salviato ci avrebbe capito nulla. Mentre sul messaggio audio la sorella non si dilunga. Dopodiché naturalmente la palla è passata agli esperti della Farnesina, che ha filtrato le informazioni che la famiglia Salviato avrebbe potuto sapere.

Fino a quindici giorni fa, quando è arrivata l'informazione da Roma che Gianluca era di sicuro ancora vivo. Infine la gioia indescrivibile di sabato scorso. In attesa che anche a Martellago, il paese d'origine di Salviato, che ora risiede a Trebaseleghe, si organizzi una festa per il ritorno in patria del suo cittadino.

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