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Cronaca Lido / Riviera Santa Maria Elisabetta

Locale in crisi al Lido: "I cantieri ci strozzano, dobbiamo licenziare"

Niente estate di guadagni, niente partite dell'Italia sul maxischermo, solo tanta amarezza per chi sperava nella bella stagione per riprendersi

Se a Mestre i cantieri del tram e di via Poerio hanno già segnato la fine di numerose attività, ora sembra che lo stesso copione possa ripetersi anche al Lido, dove la bella stagione inizia strozzata dai lavori lungo le strade principali dell'isola. A Santa Maria Elisabetta, la porta d'accesso del litorale per la stragrande maggioranza di visitatori e turisti, ruspe e martelli pneumatici stanno infatti bloccando i plateatici dei ristornati e dei locali, e mentre la data di fine interventi continua a venire rimandata, sprofondando in un indefinito futuro, c'è chi si ritrova con l'acqua alla gola perché impossibilitato a rientrare degli investimenti compiuti in vista dell'estate.

NIENTE COPERTI – A denunciare la situazione ormai insostenibile è lo stesso titolare del locale, che racconta di come, dopo un inverno difficile fatto di sacrifici e di croci sul calendario in attesa della bella stagione, tutte le sue aspirazioni siano svanite in una nuvola di calcestruzzo e pietra d'Istria. Il bar, gestito da una famiglia con l'aiuto di una manciata di dipendenti, aveva deciso di puntare tutto sui mesi estivi per risollevarsi (com'è d'altronde normale al Lido) e, anche in vista dei mondiali di calcio, erano stati acquistati tavolini e sedie nuovi per seimila euro, assieme ad un televisore da 50 pollici per trasmettere le partite in diretta (ovviamente pagando canone e diritti Siae). Peccato che ai primi di aprile invece dei nuovi coperti di fronte all'ingresso del locale siano arrivati gli operai. Nessuno risponde alle domande del titolare che quindi si rivolge al Comune, e lì arriva la stoccata: plateatico sospeso dal 1 aprile al 31 maggio per lavori di pavimentazione. Un pesce d'aprile davvero amaro, ma la situazione era destinata a peggiorare ulteriormente.

SACRIFICI INUTILI – Spostato l'ordine di tavoli e tv al 1 giugno, i titolari decidono di stringere i denti e tirare dritto, resistendo come possibile fino al termine dei lavori (non che avessero poi molte alternative, visto anche il preavviso nullo); la situazione però non è facile: i clienti scarseggiano e i pochi che si presentano al bancone vengono presto messi in fuga dai rumori delle gru e dei mezzi edili, alla fine il titolare è costretto a licenziare due collaboratori, due ragazzi ventenni carichi di buona volontà ma che ormai non si possono pagare. Si tira la cinghia, ci si prepara al meglio alla “grande riapertura” del primo maggio e, azzardando un po' di ottimismo, si pensa che comunque le partite dell'Italia iniziano solo a metà giugno, c'è ancora la possibilità di recuperare i soldi spesi. Non è così: il 1 giugno tutto resta esattamente com'è da un mese, nessuna barriera viene rimossa, nessun metro quadrato liberato. Sulle pagine dei quotidiani assessori e imprese spiegano che tutto finirà, forse, dopo il 15 del mese (cioè dopo la prima partita della Nazionale, tra l'altro). Il 5 giugno il titolare, disperato, rivolge un appello ad amici, conoscenti e giornali: diffondete questa storia. Davanti al suo locale, ormai, non ci sono più neanche gli operai al lavoro e la data della chiusura dei cantieri sembra sempre più un miraggio. Le transenne, quelle sì, restano dove sono.

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