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Cronaca Chioggia

Madre e figlia trovate morte in casa a Chioggia

Una anziana e una cinquantenne senza vita in un appartamento. I vigili del fuoco sono intervenuti per aprire la porta. Erano state segnalate per motivi di disagio sociale

Due donne, madre e figlia, sono state trovate morte in casa a Chioggia, nell'isola dei Saloni, attorno alle 14.30 di giovedì 13 gennaio. Si tratta di un'anziana di ottant'anni, Nadia Vianello, e della figlia di 50, Barbara Voltolina. A chiamare i soccorsi sono stati i vicini, preoccupati perché non vedevano le donne da qualche giorno. Sul posto è intervenuta la polizia assieme ai vigili del fuoco, che hanno aperto la porta: quando sono entrati hanno trovato i corpi, senza vita probabilmente già da due o tre giorni.

Non risulterebbero segni di violenza o di intrusioni esterne. In base ad un primo esame, come riportano i quotidiani locali, le donne sarebbero morte per cause naturali: per prima la cinquantenne, forse per un malore, e successivamente l'anziana madre, che non era autonoma ed era rimasta senza assistenza e senza la possibilità di chiedere aiuto. Le due, come testimoniato dai vicini, conducevano una vita estremamente riservata.

La vicenda delle due donne è riepilogata dall'assessore alle Politiche Sociali, Sandro Marangon: «Il disagio sociale della famiglia - ha spiegato - è stato più volte sottoposto all’attenzione dei servizi sociali a partire dal 2017, anche grazie a segnalazioni anonime»; erano seguite «indagini sociali sulle persone segnalate, sia tramite il medico di medicina generale, sia tramite contatti diretti» con l'intenzione di «avviare, eventualmente, un percorso di aiuto e sostegno». «Purtroppo - prosegue l'assessore - il nucleo in questione, più volte contattato ed invitato a rivolgersi al servizio, non ha mai voluto accettare alcuna interferenza e ha rifiutato ogni contatto con l’esterno. Gli approfondimenti sono in corso - conclude l'assessore - c'è da dire che sono addolorato, come tutte le persone che hanno saputo di questa tragedia».

Gli uffici riferiscono che solamente a ridosso del Natale scorso la famiglia si è rivolta al medico di base per problemi di salute di una delle due. Il medico, recatosi in visita domiciliare, «ha avviato la procedura necessaria a garantire l'assistenza infermieristica a domicilio: purtroppo, però, anche in tal caso il nucleo non si è poi dimostrato propenso ad ottenere aiuto».

Secondo il Comune, il numero delle famiglie in carico ai servizi comunali per disagio sociale non è aumentato in modo rilevante negli ultimi due anni, e comunque non in modo tale da far pensare ad un collegamento con la pandemia. Sono aumentate, però, le famiglie con problemi economici. «Come assessore - dice ancora Marangon - vorrei lanciare un appello: segnalare sempre alle istituzioni, anche in forma anonima, situazioni di famiglie o di persone in difficoltà di cui siamo a conoscenza: i servizi sociali possono dare un aiuto o consigliare un percorso».

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