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Cronaca Portogruaro

La grandine ha danneggiato più di 2 mila ettari di vigneto

La zona più colpita è il portogruarese, in particolare Pramaggiore, Loncon, Annone Veneto e località Belfiore. Coldiretti: «Sono praticamente triplicate le grandinate dall’inizio dell’estate rispetto allo stesso periodo dello scorso anno»

Il maltempo delle ultime ore ha seminato altri danni imponenti soprattutto nei vigneti, mais e soia del Veneziano. La zona colpita è quella del portogruarese in particolare la fascia di territorio che comprende Pramaggiore, Loncon, Annone Veneto e il versante nord di Portogruaro, nella località Belfiore. In alcuni punti non è nemmeno piovuto, è caduta una grandine violentissima, a secco, tranciando le foglie dei vigneti e lasciando dietro di sé un panorama tipico del mese di novembre, quando i tralci sono spogli e la vite entra nella fase dormiente.

«Non riesco a capacitarmi di quanto sia successo - afferma Orazio Franchi esperto Coldiretti di viticoltura – non ho ricordi, nonostante la mia lunga esperienza, di una grandinata più violenta di questa, dopo due ore di tempesta calpestavo ancora 20 centimetri di ghiaccio». Le aziende colpite non hanno scampo, i danni ammontano dal 50 al 100% delle colture. «Martedì mattina faremo un resoconto più preciso ma la zona bersagliata dalla grandine è quella più densamente coltivata a vigneto: potrebbero essere stati colpiti più di 2000 ettari sui 10.000 complessivi nel veneziano», continua Franchi.

Si tratta solo dell’ultimo capitolo di un'estate segnata fino ad ora da 789 eventi estremi tra "bombe d’acqua ", trombe d’aria, grandinate e temporali violenti lungo tutta la Penisola, secondo l’analisi Coldiretti sui dati dell’European Severe Weather Database (Eswd). «E tra gli eventi estremi – precisa la Coldiretti – sono praticamente triplicate le grandinate dall’inizio dell’estate rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. La grandine, sottolinea Coldiretti, è l’evento più temuto dagli agricoltori perché si abbatte sulle colture prossime alla raccolta con danni irreversibili. «In pochi minuti - afferma l'associazione - c’è chi si è visto distruggere dai chicchi di ghiaccio fino al 100% del lavoro di un anno con drammatiche conseguenze sui bilanci delle aziende agricole».

La zona più colpita dalla grandinata di lunedì pomeriggio è quella del Lison Docg Ma non sono solo i vigneti a pagare il prezzo del maltempo: i campi di soia hanno subito forti danni, ed è addirittura compromesso il raccolto del mais. Sono questi i primi risultati dei sopralluoghi compiuti stamattina da Cia Venezia. «I danni maggiori – conferma il presidente provinciale Paolo Quaggio – si sono verificati nel portogruarese, soprattutto nei comuni di Annone e Pramaggiore, per poi estendersi nel mottense. Una coda della grandinata ha interessato la laguna nord, dalle parti di Cavallino Treporti. Tra Lison, Spadacenta, Belfiore e Pradipozzo stamattina la situazione è terribile: registriamo dal 40 al 70% di danni. Problemi anche nel Sandonatese, nell’area Chiesanuova, Passarella, via Armellina. L’area è circoscritta, perché è vasta circa 100 ettari, ma quei raccolti sono completamente distrutti».

Alcuni grossi produttori a Teson di Concordia, a Summaga, ad Annone, stimano nel 60% le perdite provocate dal violento fenomeno atmosferico.
«Già lunedì sera ci siamo messi in contatto con i tecnici di Avepa – aggiunge Quaggio – e daremo assistenza ai nostri agricoltori. Abbiamo consigliato loro di fotografare i danni e fare pagamenti tracciati per il ripristino – per esempio – delle serre: se si potranno presentare domande per i ristori, lo faremo. Certamente dobbiamo sottolineare due elementi. Il primo riguarda la produzione 2021, che doveva essere l’anno della ripresa, dopo il periodo Covid-19. Abbiamo avuto una primavera fredda e piovosa, poi un’estate siccitosa ed ora caratterizzata da eventi estremi: tutte circostanze che stanno mettendo a dura prova le colture e che non daranno i risultati sperati. Il secondo riguarda i cambiamenti climatici. Dobbiamo conviverci e prendere tutte le misure per limitare i danni. Certamente occorrono opere per fare defluire l’acqua, canali puliti e meno impermeabilizzazione del territorio».

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