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Cronaca

Mancano muratori, elettricisti e falegnami: molte imprese del Miranese rischiano lo stop

L'associazione Artigiani del Miranese: «A rischio lo sviluppo delle imprese e la sopravvivenza delle stesse»

Manca il personale qualificato e gli appelli vanno a vuoto. Le aziende artigiane del Miranese cercano muratori, elettricisti, falegnami e figure tecniche di ogni tipo, apprendisti o con esperienza, ma agli annunci non risponde nessuno, e anche le agenzie interinali e i centri per l’impiego hanno ormai le liste vuote. Difficili inoltre, per le piccole imprese artigiane, i rapporti con le scuole, ormai ambite e "collegate" a grandi aziende.

La situazione comincia ad essere sempre più pesante per le imprese artigiane sul fronte occupazionale, tanto che nel Miranese manca più del 30% della forza lavoro necessaria per mandare avanti le attività: se da un lato le statistiche e i dati segnalano la tendenza di un aumento occupazionale nonostante le prospettive sempre più incerte, dall'altra c'è un elevato disallineamento tra domanda e offerta di lavoro, che sta vanificando ogni tentativo delle Pmi artigiane del territorio di cogliere anche ogni minimo segnale.

A evidenziare un fenomeno sempre più preoccupante è l’analisi svolta dall’associazione Artigiani del Miranese, sui dati forniti dal bollettino Excelsior di Unioncamere e Anpal , incrociati con i dati aggiornati al primo trimestre di Veneto Lavoro relativi alla geografia del mercato del lavoro e le interviste fatte sui propri associati. Dall’analisi emerge che quasi il 40% (38,3%) delle offerte di lavoro non trova corrispondenza nella domanda e rimane inevasa, e questo in presenza di dati forniti da Veneto Lavoro che ci dice che la domanda di lavoro dipendente nel territorio del Miranese nel primo trimestre 2022 abbia un saldo occupazionale di + 390 unità delle quali 30 a tempo indeterminato.

«È evidente che per capire bene la dinamica del mercato del lavoro occorre andare più in profondità e analizzare più dettagliatamente le singole situazioni; è quello che abbiamo fatto con la nostra analisi - spiega Andrea Dal Corso, funzionario dell'associazione - e il quadro che emerge dall’analisi disaggregata dei dati, sommato alle voci che abbiamo raccolto tra i nostri associati, non è per niente confortante. Riceviamo settimanalmente richieste di aiuto dalle nostre imprese alla ricerca di mansioni particolari, e pur in presenza di opportunità di posti di lavoro stabili e duraturi riusciamo ad evadere con enormi difficoltà le richieste, e in moltissimi casi non ci riusciamo affatto. È un vero peccato perché questo aspetto sta frenando lo sviluppo delle nostre imprese, che in quanto artigiane non possono puntare sulla sostituzione della manodopera con le nuove tecnologie, mettendone in qualche caso a rischio la stessa sopravvivenza».

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