Gli "indignados" sbarcano a Venezia: corteo contro Draghi, ma lui non c'è
Il presidente della Bce era stato invitato, con il ministro dell'Istruzione Profumo, all'inaugurazione dell'anno accademico di Ca' Foscari. Per nuovi impegni il capo della Banca europea non verrà
Pentole, coperchi, fischietti. Questo il "kit" suggerito da alcuni studenti universitari per dare il "benvenuto" al ministro dell'Istruzione Francesco Profumo e, originariamente, al presidente della Banca centrale europea Mario Draghi. Entrambi, infatti, erano stati invitati a Venezia in occasione dell'inaugurazione dell'anno accademico dell'università di Ca' Foscari, in programma al teatro Malibran il 13 ottobre alle 17.30. Il leader della Bce, però, per improvvisi impegni, non potrà ritirare il premio Luca Pacioli.
Chi non è d'accordo con le politiche di austerity dettate da Bruxelles e con il decreto sulla spending review promulgato dal governo Monti, specie in campo accademico, sta comunque affilando le armi. O meglio, lucidando i fischietti. L'appuntamento che i promotori danno è alle 16 in campo San Bartolomeo, nelle vicinanze di Rialto. "Noi pensiamo che, insieme agli indignati che in questi giorni stanno riempiendo le piazze di Madrid, il 13 ottobre debba diventare una giornata per dire che noi non dobbiamo pagare un debito illegittimo, di cui non ha beneficiato la gente comune e che serve come meccanismo di oppressione di persone e interi Paesi", si legge in una nota.
Gli indignados sbarcheranno (forse) anche in laguna quindi. La protesta toccherà motivi ben più vicini alla realtà accademica veneziana: le tasse giudicate troppo alte e le strutture che mancano. "Faremo sentire (letteralmente) che l'alternativa alla loro crisi c'è: ridistribuire tutta la ricchezza prodotta dal lavoro e dal sapere dell’intera società e oggi drenata dalla speculazione finanziaria, investire le risorse non per i cacciabombardieri F-35, né per i benefit milionari dei banchieri, né per gli stipendi d’oro di baroni universitari e politici affaristi, ma per la scuola e l’università, la formazione e la ricerca, per borse di studio e posti letto, per la cura della salute e dei beni comuni", conclude la lettera.