"Venezia non è un albergo": marcia tra le calli contro la vendita del patrimonio della città
Iniziativa degli attivisti delle associazioni martedì pomeriggio. "La città non è un Monopoly, il turismo incontrollato ci uccide". Diffida al Comune sulla cessione del Papadopoli
La Venezia "che resiste" scende in strada e si mette in marcia per chiedere di fermare le vendite dei palazzi della città. Una iniziativa che vuole accendere i riflettori ancora una volta sui temi della "turistizzazione" incontrollata, del crollo dei residenti, della cessione del patrimonio pubblico. Allo slogan "da Santa Fosca ai Papadopoli, la città non è un Monopoly" si sono riunite martedì pomeriggio varie realtà associative, chiedendo di fermare la trasformazione di palazzi e edicifici vari in alberghi e b&b. Hanno sfilato persone di tutte le età con striscioni, bandiere e palloncini.
"Turismo insostenibile"
Non a caso la marcia è organizzata nel giorno della Madonna della Salute: "La salute di una città la fanno i suoi cittadini - ricordano i partecipanti - e le pratiche di cooperazione, accoglienza e residenzialità che mettono in atto. Oggi siamo diverse centinaia, ancora una volta, a dimostrare che Venezia non è una città morta, una vetrina, bensì un territorio vivo e combattivo". "Questa città non può accogliere altre persone, ha dei limiti fisici - conclude Marco Gasparinetti del Gruppo 25 aprile - Chiediamo una moratoria all'apertura di nuovi alberghi. Basta allo sfruttamento del brand Venezia, basta alberghi nei nostri sestieri".
Si allunga la lista delle vendite
Al centro dell'attenzione in questo caso ci sono la canonica di Santa Fosca, che si vorrebbe convertire in albergo, e palazzo Papadopoli, sede del comando della polizia municipale ed ex scuola Poerio, che rischia di fare la stessa fine. "Due facce di una stessa medaglia - commentano gli ideatori - quella che tutto vorrebbe fagocitare e trasformare in hotel". Il gruppo Venezia mio futuro ha visto proprio in questi giorni nuove adesioni, fra cui Poveglia per tutti e l'Assemblea Sociale per la Casa (ASC). Un'occasione per fare il punto della situazione (e si parla solo delle vendite più recenti): "Palazzo Papadopoli e altri ancora a Venezia, Palazzo Soranzo a Murano, l'isola di Poveglia che il demanio ha deciso di rimettere all'asta, la ex Vida già venduta dalla Regione con un diritto di prelazione che scade il 25. E ancora decine di altri fili che richiamano un'unica trama".
Diffida a Ca' Farsetti
Sono diverse le iniziative che tentano di bloccare - o almeno rallentare - questa tendenza. Contro la vendita del Papadopoli c'è una diffida al Comune a procedere alla pubblicazione dell'avviso di vendita "in attesa che vengano chiariti e discussi in Consiglio comunale gli aspetti controversi dell'operazione": ovvero l'abbassamento della stima di vendita da 14 a 10 milioni di euro.