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Cronaca

«Marco Zennaro, situazione inaccettabile». Appello al premier Draghi e al ministro Di Maio

Il sindaco di Venezia si appella al ministro degli Esteri. Speranzon invia una lettera al presidente del Consiglio. Sul web l'hashtag #SosteniamoMarco

«Marco Zennaro è detenuto da oltre 50 giorni in carcere in Sudan, in condizioni disumane. Deve essere immediatamente rilasciato! Una situazione inaccettabile per cui chiedo un intervento immediato di Luigi Di Maio». Sono le parole del sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, in un tweet in cui ha menzionato il ministro degli Esteri, in queste ore in cui tutta la politica a gran voce si sta appellando affinchè Marco Zennaro, l’imprenditore veneziano detenuto da quasi due mesi nel commissariato di Khartoum, capitale del Sudan, con l'accusa di frode, venga liberato.

La Farnesina si è immediatamente attivata e Gianluigi Vassallo, ambasciatore in Sudan, nei giorni scorsi ha confermato che l’ambasciata si sta occupando della vicenda, anche portando all’imprenditore, che opera nel settore della produzione di materiale elettrico, generi alimentari. «Dal 1° aprile il connazionale ha ricevuto 58 visite consolari dal personale dell’ambasciata che gli ha fornito alimenti, indumenti, libri e altri beni – recita una nota dei giorni scorsi -. Inoltre l’ambasciata è intervenuta ufficialmente presso le autorità del Sudan, incluso l’ufficio del primo ministro e della ministra degli Esteri, chiedendo con forza il rispetto dei diritti del connazionale in termini di condizioni sanitarie, di sicurezza e di protezione e una soluzione del caso in tempi brevi».

«Serve una mobilitazione generale»

Le condizioni in cui Zennaro è detenuto sarebbero critiche, con temperature molto alte e difficili da sopportare, insieme ad altri detenuti. «Finora a niente sono valse le trattative per liberarlo. La Farnesina è al lavoro ma non basta: serve una mobilitazione generale prima che sia troppo tardi – interviene il Gruppo partito Democratico di Venezia -. Chiediamo al Comune e al sindaco Luigi Brugnaro di farsi capofila di una mobilitazione per liberare immediatamente Marco Zennaro e riportarlo a Venezia dalla sua famiglia. Per questo abbiamo sottoscritto anche noi una mozione di terra e acqua». A livello nazionale si stanno mobilitando in molti. Proprio oggi il vice ministro Marina Sereni ha avuto un colloquio telefonico con il sottosegretario agli Esteri sudanese, interamente incentrato sul caso dell’imprenditore.

Lettera al premier Draghi

Il Capogruppo in consiglio regionale di Fratelli d’Italia Raffaele Speranzon ha preparato una lettera da inviare al presidente del Consiglio Mario Draghi perché si prenda carico personalmente della vicenda di Marco. «È una situazione inaccettabile che mette a rischio la sicurezza e la vita di un nostro connazionale e conterraneo: portiamolo subito a casa – dice Speranzon -. Tutte le accuse che lo hanno portato all'arresto sono imbarazzanti e le continue richieste di denaro per la sua liberazione sono offensive e preoccupanti; il ragazzo ha problemi di salute, ma nonostante questo non è stato trasferito in ospedale, e il mediatore a cui si era rivolto è stato trovato ucciso e gettato nel Nilo. Non c'è più tempo da perdere: nella lettera al premier Draghi ho sottolineato questa urgenza, chiedendo il massimo impegno da parte di tutte le istituzioni per riportare Marco a Venezia dalla sua famiglia».

#SosteniamoMarco

Preoccupazione per la vicenda è stata espressa in queste ore anche dall’ Unione Sportiva Remiera Francescana: «Quello che riguarda il nostro amico, socio e dirigente è un caso terribile – dicono -. Da parte di tutto il mondo della voga veneta esprimiamo la nostra vicinanza e il nostro supporto alla famiglia di Marco e ai suoi amici e chiediamo con forza alle autorità e alle istituzioni cittadine e nazionali di intervenire con fermezza presso il governo sudanese affinché Marco sia rilasciato e possa tornare a casa al più presto». Anche la Federazione Italiana Rugby del Veneto si è mobilitata lanciando l'hashtag #SosteniamoMarco.

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