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Cronaca Marghera

"Marghera da sempre al centro degli interessi delle mafie. Ma non sarà la pattumiera d'Italia"

Inchiesta di Fanpage, dura reazione del presidente della Municipalità Bettin: "I tentativi di riciclaggio in laguna non sono una novità. Ci opponiamo e chiediamo controlli scrupolosi"

Le infiltrazioni della criminalità organizzata nella gestione dei rifiuti non sono una novità, e non lo sono neppure a Marghera. Dove comunque, ricorda il presidente della Municipalità Gianfranco Bettin, "sono sempre state denunciate le infiltrazioni criminali e a volte mafiose". È la prima reazione politica all'inchiesta denominata Bloody Money pubblicata dal sito Fanpage.it, che tocca anche l'area lagunare. L'ex assessore commenta: "Porto Marghera è da sempre al centro di traffici e intrighi che riguardano usi ambigui o illeciti di impianti industriali. Questo in particolare nel settore dei rifiuti, il cui trattamento o stoccaggio hanno avuto nella nostra area uno snodo cruciale".

"Non saremo la pattumiera d'Italia"

"Per questo - spiega - ci siamo sempre opposti alla volontà di trasformare Marghera nella pattumiera d’Italia: una volontà o tentazione ben presente in certe istituzioni e forze politiche e in certi settori affaristici o affaristico-criminali, attirati da guadagni facili a scapito della salute e dell’ambiente ma anche contro una corretta visione industriale, capace di creare occupazioni pulite, sostenibili, competitive".

"Massima sorveglianza anche al deposito Gnl"

"Abbiamo denunciato le infiltrazioni criminali e a volte mafiose - continua - E chiediamo, sempre, la massima trasparenza sia nel merito dei progetti, sul loro impatto, sia sulle procedure autorizzative, come ancora di recente abbiamo fatto per le proposte relative al centro di ricerca sulla fusione nucleare o di stoccaggio del gas naturale liquido e qualunque altra". Bettin ricorda anche le battaglie portate avanti: "Abbiamo duramente contrastato l’apertura di nuovi impianti di trattamento dei rifiuti slegati dall’attività del polo industriale locale o del bacino d’utenza naturale. Abbiamo criticato le politiche regionali in materia, troppo superficiali, e la cancellazione dell’osservatorio Ambiente e legalità-ecomafie di Venezia".

"Manovre criminali agghiaccianti"

"Oggi non siamo sorpresi da quanto emerge dall’inchiesta giornalistica di Fanpage, dall’agghiacciante disinvoltura con la quale una presunta mediatrice di una 'cordata di imprenditori' accetterebbe di riciclare a Porto Marghera capitali in mano alla camorra, frutto di crimini devastanti (droga e sequestri di persona). Sappiamo bene che a Nordest non mancano simili figuri, simili disponibilità criminali che inquinano l’economia, danneggiano le imprese pulite, avvelenano la vita civile. Ancora una volta, non permetteremo che Marghera diventi un loro feudo".

Mognato e Marcon LeU: “Quelle forzature della Regione Veneto”

"La commissione di inchiesta sulle ecomafie aveva già posto in rilievo il pericolo che, dietro al business dei trattamenti di rifiuti, si possano nascondere attività criminose e criminogene di grandi organizzazioni della malavita, al sud come al nord - scrivono i candidati LeU per la Camera e il Senato, rispettivamente, Michele Mognato e Giulio Marcon -. Dobbiamo tenere accesi i riflettori e garantire al sito quel futuro di reindustrializzazione e innovazione per cui abbiamo lavorato. Era già accaduto che si tentasse di aprire un varco per autorizzare a Marghera lo stoccaggio e il trattamento dei rifiuti provenienti da altre aree d’Italia. Quel tentativo venne prontamente bloccato, nonostante forzature da parte ad esempio della Regione Veneto - continuano i candidati -. Dobbiamo continuare sulla strada del reinsediamento di attività ad alto valore in termini tecnologici, della logistica di pregio, garantendo il finanziamento di progetti di investimento trasparenti e tracciati all’interno dell’area di crisi complessa, come pure della Zona Economica Semplificata. E dobbiamo fare tutto ciò con celerità, perché l’inerzia è la compagna migliore dell’opacità".

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