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Le intercettazioni / Santa Maria di Sala

Santa Maria di Sala, il sistema delle mazzette in cambio di autorizzazioni comunali

L'indagine dei carabinieri ha portato all'arresto di due ex sindaci, oltre a costruttori e funzionari comunali. Il ricatto alla base delle richieste di denaro: paghi la tangente, altrimenti niente variazione d'uso del terreno

Il sindaco, il consigliere, il tecnico, gli imprenditori e l'architetto: «Tutta una squadra che lavora», come hanno rivelato gli stessi indagati in un dialogo intercettato dagli investigatori. A Santa Maria di Sala, come emerge dagli accertamenti dei carabinieri riportati nell'ordinanza di custodia cautelare eseguita ieri, si sarebbe sviluppato, almeno tra il 2019 e il 2022, un sistema illegale di scambio di soldi e favori tra la pubblica amministrazione e i privati. In particolare, mazzette per variazioni di destinazione d'uso dei terreni, ma non solo. L'indagine ha portato a sei arresti: Nicola Fragomeni, sindaco dal 2012 al 2022, il consigliere Ugo Zamengo, il geometra Carlo Pajaro, dirigente dell'ufficio tecnico comunale, l'architetto Marcello Carraro e i padovani Mauro Cazzaro e Battista Camporese, rispettivamente imprenditore edile e manager nell'ambito della sanità privata.

L'affare della casa di riposo

L'affare più grosso, da quanto emerso, riguardava la possibilità di costruire una Rsa (residenza sanitaria assistenziale) a Santa Maria di Sala. I referenti del Comune, nell'ottobre 2019, avrebbero cercato di convincere un professionista salese a cedere il proprio terreno alle persone "giuste" (Cazzaro e Camporese), lasciando una percentuale in nero agli amministratori in cambio della garanzia del passaggio del terreno da agricolo a edificabile. Un atto che il professionista aveva richiesto già anni prima, a partire dal 2017, con la prospettiva di venderlo ad un potenziale acquirente. Di fatto, però, la pratica si era arenata negli uffici comunali.

Contattato da Pajaro, che gli fissa un appuntamento al bar con il sindaco e il consigliere Zamengo, si presenta, a loro insaputa, con un registratore nascosto. «Secondo il nostro progetto - gli dicono - 1 (milione, ndr) e 100 è quello che spetta a te, i 100 devono tornare indietro in un'altra maniera: devono essere fuori, un black. Non devono esserci sbavature, perché sennò la roba si arena». Sottolineano che il lavoro del sindaco è di «far sì che la tua terra sia interessante. Sennò resta quello che è», con riferimento al fatto che altrimenti il Comune non avrebbe mutato la destinazione d'uso del terreno. «Perché non è che siamo soli. È tutta una squadra che lavora». Il giorno successivo il professionista registra anche il colloquio con i costruttori e l'architetto Carraro, poi va dai carabinieri a denunciare e rifiuta l'affare.

A quel punto gli investigatori avviano le intercettazioni. Si scopre che gli amministratori sarebbero pronti a preparare un «bando pilotato» per l'assegnazione agli imprenditori "amici" dei cantieri della futura casa di riposo. Intanto, naufragato il primo tentativo, si mettono alla ricerca di altri proprietari disposti a vendere un terreno adeguato. Stavolta ci riescono e si arriva al contratto preliminare: la cifra concordata sarebbe di 440mila euro, dei quali 40mila a titolo di "commissione". L'accordo prevede l'assegnazione della progettazione all'architetto Carraro per una cifra di 370mila euro, con tangente del 10-15% al sindaco Fragomeni che la società di Cazzaro e Camporese si impegna a corrispondere. La casa di riposo, però, non si farà: più avanti si scopre che non è nei piani della Regione, almeno per il momento.

Lo schema delle mazzette

Lo schema, comunque, si ripete in altre occasioni. I carabinieri hanno scoperto che il sindaco avrebbe ricevuto soldi da altri proprietari di terreni, sempre con la promessa di trasformarli da agricoli a edificabili. Nel gennaio 2020, una di queste proposte, ad un imprenditore, è l'acquisto di terreni agricoli di proprietà di due fratelli, promettendo il cambio di destinazione d'uso e inducendoli a corrispondere una provvigione di 15mila euro al sindaco, circa il 3% del valore dei terreni. Lo stesso, nel marzo 2020, con un altro imprenditore e un compenso di 9mila euro a Fragomeni per l'acquisto di un fabbricato artigianale, con l'accordo del rilascio di un permesso di costruire.

Nel giugno 2021 l'architetto Carraro protesta dopo aver saputo che un costruttore intende affidare l'incarico di progettazione a un altro studio, chiedendo l'intervento del sindaco: «Tu mi devi dare una mano! Non tanto per il lavoro, ma per fargli capire a questo qua che non siamo proprio... dei pidocchiosi, hai capito? Perché lui è abituato a fare quel cazzo che vuole, ma le cose non vanno così! Cioè rompigli i coglioni!». Effettivamente poi Fragomeni avrebbe convocato l'imprenditore, facendogli intendere che la bozza di progetto non è gradita all'amministrazione: «Guarda, te lo dico onestamente, non ci siamo. Non rispecchia proprio quello che vorremmo che succedesse su quell'area là. Magari per interpretare un po' meglio quello che abbiamo in testa, si faccia aiutare da qualcuno, magari del posto».

In alcuni casi l'accordo riesce, in altri no. Parlando di qualcuno che non intende pagare, Zamengo spiega a Carraro: «Gli dici.. siccome la roba è così, tu seminerai frumento... tu devi scegliere se c'è da prendere un milione di euro, o sennò prendere niente! E semini frumento!».

L'affare delle mascherine

Infine, per Fragomeni, c'è l'accusa di essersi messo in affari con il fratello per vendere mascherine anti Covid nel pieno dell'emergenza sanitaria, nel 2020. Avrebbe messo in contatto l'impresa di famiglia con varie aziende ed enti, tra le quali Actv, Veritas, l'Ipab Mariutto di Mirano e anche la polizia locale di Santa Maria di Sala. Appalti da migliaia di euro, con guadagni garantiti anche per l'ex sindaco. Tra gli indagati, oltre al fratello di Fragomeni, c'è Andrea Giovanni Razzini, direttore di Veritas: è accusato di abuso d’ufficio per avere approvato l'acquisto di una partita di mascherine (del valore di 30mila euro) dall'azienda Fragomeni, con appalto in affidamento diretto. Veritas si difende spiegando che, essendo un importo sottosoglia, il bando non era necessario.

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