"Finte visite a domicilio", venti medici indagari per truffa allo Stato
I professionisti del territorio dell'Asl 10 sono finiti nel mirino dalla Finanza, che ha evidenziato le tante imprecisioni nei registri
Visite dei medici a domicilio nel mirino: tra San Donà e Portogruaro una ventina di camici bianchi sarebbero arrivati secondo la Finanza ad inventarsi prestazioni inesistenti e controlli domestici mai effettuati, tanto che, come riporta la Nuova Venezia, sul caso indagano appunto le fiamme gialle sandonatesi.
BUGIE A RAFFICA – Stando a quanto scoperto infatti dagli investigatori delle fiamme gialle sarebbero almeno due decine i professionisti nel territorio dell'Asl 10 che negli ultimi anni avrebbero registrato “visite domiciliari programmate” che in realtà sarebbero poi state svolte solo telefonicamente (o non svolte affatto, in certi casi). Per ogni consulenza di questo tipo un medico riceve 25 euro in più del normale stipendio, e con oltre 50mila euro “intascati” in questa maniera irregolare per i dottori interessati è scattata l'accusa, pesantissima, di truffa ai danni dello Stato, tanto che in alcuni casi l'avviso di garanzia avrebbe già raggiunto gli indagati. A far scattare gli accertamenti sarebbero state tante piccole leggerezze, prontamente sviscerate dalla guardia di finanza: in alcune occasioni infatti i camici bianchi avrebbero registrato visite a domicilio per pazienti ancora ricoverati in ospedale o, peggio ancora, che alla data del consulto risultavano già deceduti. Ecco quindi che le fiamme gialle hanno stretto la maglia dei controlli, facendo emergere ricette rilasciate per telefono e irregolarità fiscali. Ora la vicenda continuerà, se ci saranno rinvii a giudizio, in un'aula di tribunale.