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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Jesolo / Piazza Giuseppe Mazzini

Messa a Jesolo per le vittime della tragedia nel Padovano: 80mila per loro

Dovevano essere 60mila oggi nella località balneare per festeggiare il Raduno Nazionale dei carabinieri. Ne sono arrivati 20mila in più, perché la sciagura di ieri ha unito l'Italia

Erano attesi in 60mila, ne sono arrivati 20mila in più. Perché la tragedia di ieri sulla A13 ha unito l'Italia, dal Nord, al Centro, al Sud. Perché a perdere la vita è stata gente dalla parte della legalità, ribadendolo anche qui, a Jesolo, al Raduna Nazionale dei carabinieri. Oggi erano in 80mila a presenziare alla messa in ricordo delle cinque vittime morte nell'incidente di ieri nel Padovano.

MESSA IN PIAZZA MAZZINI - Il numero è aumentato proprio per rendere omaggio alle 3 donne e ai 2 uomini partiti da Aprilia per raggiungere la località turistica veneziana e condividere con migliaia di amici, che hanno in comune gli stessi ideali, e che invece il destino ha voluto che il viaggio si interrompesse bruscamente. La leggera pioggia che cade in piazza Mazzini, la piazza centrale di Jesolo Lido, rende tutto, se fosse possibile, ancora più triste. Le uniche parole che si sentono sono quelle di monsignor Ugo Borlegno, cappellano militare del Comando generale dell'Arma, che ha officiato la cerimonia assieme al cappellano militare del Veneto don Tombolan e altri "colleghi" italiani.

 

L'OMELIA - "Un evento di festa, di valori non negoziabili è diventato un momento di dolore, di lutto, di pianto". Così nell'omelia Monsignor Corrado Borlenghi, cappellano militare del Comando generale dei carabinieri, ha ricordato le due donne e i tre uomini vittime dell'incidente. Il cappellano ha sottolineato che è per la tragedia che si é abbattuta sulle cinque famiglie di Aprilia che si è svolta la "celebrazione di speranza, una celebrazione che ci fa essere certi che quelli che ci hanno preceduto sono nelle mani di Dio". Ricordando le vittime legate tutte all'Arma (uno di loro, Roberto Arioli, era il presidente dell'associazione carabinieri in congedo di Aprilia), il cappellano ha tenuto ad evidenziare che l'Arma dei Carabinieri "é una grande famiglia, che nel momento di prova fa stringere uno accanto all'altro come fanno i passeri quando fa freddo, sui rami, quando c'é neve. Come i passeri noi ci stringono e continuano a sperare".


LE AUTORITA' PRESENTI - L’altare è allestito al centro della piazza, sul lato stanno invece le autorità militari e civili, arrivati in gran numero, a partire dal presidente del Consiglio regionale del Veneto, Clodovaldo Ruffato, l’assessore regionale ai Trasporti Renato Chisso, in rappresentanza della Regione Veneto, la presidente della Provincia di Venezia Francesca Zaccariotto e vari sindaci tra cui quello di Jesolo Francesco Calzavara.

LA SFILATA DEI LABARI - In un silenzio totale e senza applausi, è seguita la sfilata in forma sobria e dimessa dei labari delle sezioni dell’Arma listati a lutto, aperta dal Lazio per onorare i colleghi dell’associazione coinvolti nell’incidente.

"NON LI DIMENTICHEREMO" - E' stato proprio il primo cittadino della località balneare ad affermare che il suo Paese, che oggi va alle urne per rinnovare il Consiglio comunale, ricorderà le cinque vittime della sciagura con un'iniziativa ad hoc per non dimenticarli. "Doveva essere una grande festa - ha commentato - invece è un momento di ricordo di Gianfranco Gruosso, Settimio Iaconianni, Maria Aronica, Roberto Arioli e Maria Domenica Colella, non li dimenticheremo".

LE CONDIZIONI DEI FERITI - La Direzione Sanitaria dell'Azienda Ospedaliera di Padova ha emesso un bollettino medico sullo stato di salute dei 18 feriti dell'incidente relativo al pullman, lungo la A13 con 22 persone a bordo, cinque delle quali sono decedute, che da Aprilia si stava recando, ieri, al raduno dei carabinieri a Jesolo (Venezia). Cinque pazienti, dei 12 che erano giunti ieri in Azienda Ospedaliera di Padova, sono stati dimessi nella tarda serata di ieri con prognosi modeste oscillanti tra i 10 e i 20 giorni. Due pazienti restano ricoverati per completare gli accertamenti e gli interventi terapeutici, ma non destano particolari preoccupazioni.

CINQUE IN PROGNOSI RISERVATA - Cinque pazienti, ricoverati in terapia intensiva, permangono in prognosi riservata anche se per uno di essi la situazione appare più stabile e già in via di miglioramento. Per gli altri sono in corso ulteriori accertamenti e trattamenti e bisognerà attendere i prossimi giorni per comprendere l'evoluzione del quadro clinico. Inoltre, il Creu (Coordinamento regionale per emergenza e urgenza) comunica che i tre pazienti ricoverati nelle tre Terapie Intensive di Treviso, Piove di Sacco e Abano Terme, pur rimanendo in riserva di prognosi, risultano stabili. Gli altri tre pazienti ricoverati nei reparti di degenza o in Osservazione Breve Intensiva ad Abano Terme e a Monselice non destano particolari preoccupazioni.

PRESIDENTE ZACCARIOTTO - "Questo tragico avvenimento ha spazzato via in un attimo il clima di festa di queste giornate - ha dichiarato il presidente della Provincia di Venezia Francesca Zaccariotto - attendevamo da tempo e con trepidazione questo raduno e l’arrivo dei carabinieri in congedo con le loro famiglie, e anche con particolare orgoglio perchè l'Arma aveva scelto il territorio della provincia di Venezia come sede del raduno nazionale. Alla notizia,  numerosi volontari e cittadini della nostra provincia si erano messi a disposizione e, a vario titolo, si erano attivati per collaborare alla riuscita della manifestazione che è stata tristemente funestata da questo grave lutto. Oggi, in questo momento di dolore e commossa partecipazione, il mio pensiero va ai familiari delle vittime".

 

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