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Cronaca Meolo

Militari morti lungo la A4, rinviato a giudizio l'autista del veicolo che li ha tamponati

L'incidente il 3 settembre 2018, quando lungo la A4, a Meolo, persero la vita Rocco Rilievi e Valerio Canzio

Inizierà il 12 gennaio, in tribunale a Venezia, il processo per la morte in seguito a un incidente in autostrada del caporale maggiore capo Rocco Rilievi e del sergente maggiore Valerio Canzio, vittime di uno schianto avvenuto più di tre anni fa, e in cui è rimasto gravemente ferito anche un loro commilitone. Dovrà rispondere un 5enne di Salgardeda (Treviso), V. C., che ha tamponato l’auto su cui viaggiavano i tre militari con il suo autocarro e a cui viene contestata la responsabilità esclusiva dello schianto.

Il dramma si è consumato alle 11.10 del 3 settembre 2018 lungo l’autostrada A4, nel territorio di Meolo. Rilievi e Canzio si stavano recando per motivi di lavoro a Casarsa della Delizia, nel Pordenonese, a bordo di una Fiat Panda dell’Esercito Italiano condotta da P. M., 36 anni, di Assemini (Cagliari): tutti appartenevano al 66esimo Reggimento di fanteria aeromobile “Trieste” con base a Forlì. Rilievi, che aveva appena quarant’anni, prestava servizio a Forlì da ben 18 anni, da 10 invece Canzio, che aveva 39 anni.

I tre procedevano con direzione Milano-Trieste, nella corsia centrale, quando, in prossimità del casello di Meolo-Roncade, il camion che sopraggiungeva alle loro spalle li ha tamponati. Un urto devastante: la piccola utilitaria dell’Esercito è stata proiettata quasi 50 metri più avanti e alla fine è stata anche schiacciata contro il new jersey centrale di cemento armato dell’autostrada dallo stesso furgone che, dopo varie piroette, si è inclinato su un fianco. Purtroppo per Canzio e Rilievi non c’è stato nulla da fare, mentre il conducente della Panda si è miracolosamente salvato. La procura ha subito aperto un procedimento penale per omicidio stradale e lesioni personali stradali gravi iscrivendo nel registro degli indagati il conducente del camion. familiari di Rilievi, assistiti da Studio 3A, sono già stati tutti risarciti da tempo, ma aspettano ovviamente una risposta anche dalla giustizia. Il conducente dell'autocarro è stato rinviato a giudizio e non ha chiesto alcun rito alternativo. 

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