Cerca di rubare un vestito, poi concorda la bugia con il fratello
Taccheggiatore minorenne sorpreso in un negozio di via Bafile, a Jesolo: fermato dalla polizia, è stato poi scoperto mentre ideava un alibi via sms
Prima è stato sorpreso a rubare da un negozio poi, messo davanti al suo crimine, ha cercato di inventarsi ogni possibile giustificazione per il suo comportamento, arrivando persino a coinvolgere il fratello per supportare la sua versione davanti alla polizia; per questo motivo un 16enne è finito col venire denunciato dagli agenti di Jesolo, domenica sera.
TENTATO FURTO - A telefonare al 113 sono stati gli stessi addetti del negozio di abbigliamento vittima di furto, un esercizio che sorge nella centralissima via Bafile. Il personale della boutique aveva infatti bloccato un ragazzino che, mentre cercava di uscire dal negozio, aveva fatto scattare i sensori antitaccheggio. Gli agenti del commissariato jesolano, giunti sul posto, identificavano il ladruncolo per un 16enne di origine straniera ma residente in zona. Dalla ricostruzione dei fatti, era emerso come il giovane avesse tentato di appropriarsi di una maglia del valore di 50 euro, rompendone la placca antitaccheggio, ma non accorgendosi di un secondo dispositivo antifurto applicato all’interno del prodotto. Oltrepassando le casse, il rilevatore si era attivato, consentendo al personale del negozio di notare il tentativo di furto. Il giovane, messo alle strette, aveva inizialmente tentato di giustificarsi raccontando che in realtà quello era un capo d’abbigliamento acquistato in mattinata all’outlet di Noventa di Piave, ma non poteva esibire alcuno scontrino d’acquisto in quanto già gettato via.
ACCORDI VIA SMS - Nonostante il maldestro tentativo di farla franca, le commesse del negozio hanno riconosciuto senza dubbio come proprio il maglione, individuando anche la placca antitaccheggio precedentemente divelta e nascosta tra altri capi d’abbigliamento. Il 16enne è stato quindi condotto presso gli uffici del commissariato di via Aquileia, dove poco dopo l'ha raggiunto il fratello 20enne. Pur essendo collocati in stanze diverse, i due continuavano incessantemente a scambiarsi sms sui rispettivi cellulari: agli agenti è quindi bastato dare un’occhiata a quanto si stavano scrivendo per rendersi conto che i fratelli stavano concordando la medesima versione da fornire ai poliziotti, sempre per tentare di evitare la prevedibile denuncia per furto. Messi alle strette, alla fine hanno confermato il sotterfugio, mentre sul posto è arrivato anche il padre dei ragazzi. Al termine dell’attività di polizia giudiziaria svolta dagli agenti (che a permesso anche di trovare una pinza addosso al 16enne, evidentemente utilizzata per rimuovere la placca antitaccheggio), il ragazzino è stato denunciato per il reato di tentato furto aggravato, e riaffidato al genitore.