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Cronaca

Mitra sequestrato a Quarto: chiave della rapina milionaria alla Civis?

La squadra mobile starebbe cercando connessioni tra l'arma requisita a settembre e colpi precedenti con kalashnikov nel territorio veneziano

Le indagini sono ancora in corso, e non è detto che possano riservare nei prossimi giorni novità. Del resto in conferenza stampa i dirigenti della questura di Venezia avevano sottolineato come "gli accertamenti non si fermano qui, questo è solo un punto d'inizio". Gli uomini della squadra mobile a fine settembre hanno sequestrato in un capannone di Quarto d'Altino e nelle rispettive abitazioni di due veneziani armi e droga. Soprattutto un kalashnikov su cui ora si concentrano le attenzioni degli investigatori. Perché non sono certo tantissimi gli assalti armati perpetrati a mitra spianato. N.C., 54enne mestrino, e S.L., 41enne di origini sarde ma residente a Quarto d'Altino, sono finiti in manette dopo indagini lampo che avevano poi portato al blitz in un capannone situato nel paese veneziano. 

Gli investigatori starebbero quindi cercando di stabilire delle connessioni tra l'arma automatica e colpi perpetrati in precedenza, magari dalla stessa arma ma non dai due arrestati. In primis gli accertamenti riguarderebbero soprattutto la rapina "dei pirati" del 1 luglio 2013, quando una motovedetta della Civis venne assaltata da tre banditi armati di kalashnikov che si impadronirono dei rifornimenti di contante per il centro storico. La rapina venne perpetrata alle 7 di mattina al canale della Scomenzera, a due passi da piazzale Roma. Il trio, su un cofano, è stato immortalato dalle telecamere della questura alcuni minuti prima del colpo. Si vedevano tre persone vestite di bianco, con indumenti che parrebbero simili a quelli utilizzati dalla polizia scientifica. Anche su questo elemento dopo il sequestro ci sarebbero degli spunti investigativi che verranno approfonditi. 

Per ora si può parlare solo di possibili connessioni. Di somiglianze. Certo il grosso dell'inchiesta ruota attorno a quel mitra che dal 2013 a oggi non è ancora stato trovato, diversamente dal barchino utilizzato per la rapina. Sequestrato dalla squadra mobile a qualche settimana di distanza nel sestiere di San Marco. A dicembre 2014, poi, le indagini su un assalto a un portavalori nel Padovano portarono i carabinieri ad ascoltare una "gola profonda" che avrebbe fornito elementi utili sulle rapine "veneziane" a due portavalori della Civis: una in viale Ancona a Mestre e l'altra, appunto, nel canale della Scomenzera. 

Come la polizia avevano già dichiarato in conferenza stampa, poi, continuano le indagini inerenti alla rapina perpetrata a Marghera a febbraio 2015, quando una guardia giurata venne derubata anche della propria pistola d'ordinanza. La stessa è stata trovata e sequestrata durante il blitz che ha portato in carcere N.C., il 54enne mestrino cui viene contestato il colpo, e S.L. L'arma aveva alcuni segni identificativi abrasi, ma è stata comunque riconosciuta dagli investigatori della Mobile. Durante quel blitz, oltre che uno molto simile a Ferragosto a Fusina, in azione erano entrati però più malviventi ancora da identificare. Le indagini quindi non possono che continuare.

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