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Cronaca Marcon

Il Miur avvia approfondimenti sul caso di Cloe Bianco

La professoressa di Marcon, 58 anni, era stata trovata carbonizzata nel suo camper in mezzo a un bosco tra Auronzo e Misurina

Il ministero dell'Istruzione (Miur) ha avviato un approfondimento per tentare di ricostruire tutti i contorni della vicenda che ha visto protagonista la professoressa Cloe Bianco, 58 anni di Marcon, che sabato scorso è stata trovata carbonizzata nel suo camper in mezzo a un bosco tra Auronzo e Misurina.

Insegnante di fisica, descritta dagli alunni come preparata e disponibile, Cloe era all'anagrafe Luca Bianco. Un giorno, sette anni fa, si presentò in classe in abiti femminili. Agli alunni chiese di essere chiamata Cloe e spiegò il motivo della sua scelta. Il padre di un alunno scrisse una lettera ad Elena Donazzan che all'epoca era assessore regionale all'Istruzione. Il preside della scuola in cui insegnava, secondo quanto raccontano alcuni testimoni dell'epoca, si schierò al fianco della docente ma le polemiche furono talmente forti che alla fine fu decisa una sospensione per tre giorni dall'insegnamento e successivamente venne spostata a ruoli di segreteria prima nell'istituto Mattei di San Donà di Piave, e poi in diverse scuole del Veneto. Fece ricorso ma perse la battaglia davanti ad un giudice del lavoro.

Ieri, il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, è tornato sulla morte della docente con un lungo post. «È inaccettabile che in Italia una lavoratrice o un lavoratore subisca discriminazioni sul luogo di lavoro per la propria identità di genere, così come per qualsiasi altro elemento della propria identità sessuale o per tutto ciò che non ha a che fare con la prestazione lavorativa - ha scritto il  ministro - A qualsiasi insegnante, a qualsiasi lavoratore o lavoratrice che ha rivelato o ha paura di rivelare una parte così importante di sé, voglio ribadire con fermezza: il ministero del Lavoro è dalla vostra parte».

Orlando su Cloe Bianco-2

«Il camper in cui Cloe viveva e dentro il quale ha deciso di porre fine alla sua vita, - ha continuato il ministro - è anche il perimetro dei nostri pregiudizi, della nostra superficialità, della scommessa che si perde quando scegliamo il disprezzo per compiacere l'ignoranza. Ignoranza verso chi è giudicato diverso, verso chi, invece, vuole soltanto vivere ed essere accolto e rispettato come persona. Questo chiedeva Cloe».

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