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Cronaca Cannaregio

Magnanini, manca l'assassino: torna in primo piano la droga

Un ex coinquilino dichiara al Guardian che il veneziano tre anni fa aveva avuto un'overdose: "Regent's Canal è riferimento per tossicodipendenti"

Una vita che il Guardian definisce "straordinaria". Un romanzo d'avventura che alla fine si è tramutato in noir. I media inglesi tornano a occuparsi della morte di Sebastiano Magnanini, dopo che tre clochard il 5 gennaio hanno ammesso ai giudici di Londra di essere coinvolti perlomeno nell'occultamento del suo cadavere. Le indagini continuano, però, perché serve capire chi abbia ucciso il 46enne originario di Cannaregio prima che il suo corpo venisse rinvenuto il 24 settembre scorso nelle acque del Regent's Canal di Londra. Se di omicidio si è trattato. Del resto da solo Magnanini non avrebbe potuto legarsi a un trolley della spesa con tanto di pesi. Filtra però un nuovo elemento: la droga. Perché il 46enne, almeno secondo alcuni suoi amici, da tempo stava cercando di combattere la sua dipendenza. Sul piatto ci sarebbe quindi anche l'ipotesi di una morte non violenta.

Le indagini continuano. Allo stato non risulta nessuno indagato per omicidio: le risposte principali al giallo si attendono dai risultati dei test tossicologici effettuati durante l'esame autoptico, che non è stato d'aiuto per stabilire le cause della morte di "Seba", come Magnanini veniva chiamato dagli amici. Il The Guardian, in un articolo intitolato "La straordinaria vita del veneziano trovato morto nel canale" riporta le dichiarazioni di un ex coinquilino della vittima, che conoscerebbe Magnanini da più dieci anni. Secondo l'intervistato, Luke Allen, Magnanini di recente avrebbe dovuto lottare con il mondo delle droghe. Sarebbe stato vittima di una overdose tre anni prima della sua morte in un "ostello gigante" per senzatetto a Camden, per poi essere seguito da una clinica contro le dipendenze da eroina: "Ha fatto la spola tra Cambogia e Londra per rompere con la droga - spiega Allen sul Guardian - Era in contatto con persone che volevano reintrodurlo in quel mondo".

Il punto in cui è stato trovato il cadavere sarebbe vicino a uno dei luoghi di riferimento dei tossicodipendenti che bazzicano la zona di Camden Town: "Non avrebbe dovuto essere lì - conclude l'ex coinquilino, che ha rilasciato una propria dichiarazione a Scotland Yard - ora aveva un lavoro". Solo gli esiti dei test tossicologici potranno quindi contribuire a far luce sulla vicenda. Perché ancora, almeno da quanto filtra dall'Inghilterra, non sarebbe stata individuata la causa del decesso di Magnanini. Allo stato ci sono due clochard che hanno ammesso di aver cercato di occultarne il cadavere, e un terzo sorpreso a utilizzare il suo bancomat. Per loro la sentenza è prevista il 5 febbraio, ma non sarà per omicidio. I famigliari di Magnanini, in ogni caso, nei giorni seguenti alla scoperta della sua morte hanno sottolineato come il 46enne, dopo una vita molto "avventurosa", aveva trovato una sua stabilità.
 

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