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Cronaca San Donà di Piave

Lo uccise vendendogli la dose "killer" di eroina, una 28enne in manette

Il 3 febbraio scorso Simone Vello, 37enne, venne trovato senza vita nel suo letto a San Donà. I carabinieri hanno ricostruito da chi venne ceduta la droga: si tratta di una donna del posto

La sua morte aveva destato profonda preoccupazione nel Sandonatese tra chi, come lui, ha problemi di droga. Simone Vello, 37enne, la sera del 3 febbraio scorso prima di uscire di casa aveva salutato i suoi genitori e si era chiuso in camera. Dopo qualche ora, preoccupati dal fatto che non usciva e che la luce era rimasta sempre accesa, i familiari sono entrati per controllare cosa fosse accaduto.

Hanno trovato il proprio figlio disteso sul letto senza vita, con ancora la siringa attaccata al braccio. Un'overdose di eroina. Da anni non se ne verificavano in zona. Da lì, da quella tragica sera, i carabinieri sono partiti per stabilire chi avesse ceduto la dose letale a Simone Vello. Nel pomeriggio di mercoledì è finita in manette chi, secondo gli inquirenti, si sarebbe macchiata dello smercio fatale: Sara Zorzetto, 28enne di San Donà di Piave.

Le indagini sono state lunghe. I militari dell'Arma, infatti, hanno dovuto ricostruire passo passo le relazioni che la ragazza intratteneva con i suoi clienti, scoprendo peraltro che il suo "giro" era ben più esteso di quanto si pensasse all'inizio. I sospetti si erano subito concentrati sulla 28enne, fino a quel momento incensurata ma segnalata come assuntrice di droga. Infatti era stata vista molte volte in compagnia della vittima. In alcuni casi erano stati identificati insieme dalle forze dell'ordine.

Il giorno seguente alla morte di Simone Vello scatta quindi una perquisizione domiciliare nei confronti della donna, sposata con un cittadino di origine marocchina estraneo ai fatti. I militari dell'Arma trovano in casa tre grammi di eroina e una piccola quantità di hashish. Assieme alla droga, però, vengono sequestrati anche alcuni appunti scritti alla rinfusa in cui erano segnati i nomi di chi, con ogni probabilità, si riforniva da lei. Persone del posto, spesso con una vita "normale" come Simone Vello. Un lavoro, la famiglia, gli svaghi.

In questi mesi i carabinieri hanno collegato tutte le tracce che avevano raccolto, stabilendo che effettivamente in quella abitazione di San Donà avveniva materialmente lo spaccio: una trentina di dosi a settimana. Prima c'era un contatto telefonico tra cliente e "fornitrice", poi, il più delle volte, la vendita al riparo delle quattro mura. Come per Simone Vello, la cui dose fatale secondo gli inquirenti sarebbe stata ceduta alcune ore prima o la sera precedente al decesso.

Di fronte alla documentazione presentata dai carabinieri della Compagnia di San Donà di Piave, capitanata dal comandante Giovanni Blasutig, il gip Michele Medici ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare per il reato di spaccio di sostanze stupefacenti e di morte in conseguenza di spaccio. Ora le indagini proseguono per stabilire da chi Sara Zorzetto si rifornisse, dato che lei comunque costituiva l'ultimo anello della catena della vendita di stupefacenti.

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