La morte di Paolozzi getta luce sulla piaga delle morti da folgorazione
L'8,6% delle tragedie sul lavoro nel Nordest sono dovuti a scariche elettriche. Il presidente di Vega Engineering Rossato lancia un duplice appello: "Rispettare le norme e controlli più severi"
La tragedia di Angelo Paolozzi, l'operaio 37enne di Scorzé morto folgorato il 24 agosto scorso a Castelfranco Veneto mentre lavorava a una centralina elettrica, ha gettato luce su una piaga che anno dopo anno si sta allargando sempre più. "Otto morti bianche su 100 a Nordest sono la conseguenza di una folgorazione - spiega Mauro Rossato, presidente di Vega Engineering di Mestre - L’8,6 per cento per la precisione, secondo i dati elaborati dal nostro osservatorio, relativi ai primi sette mesi del 2012. E anche a livello nazionale si raggiunge una percentuale di mortalità del 5,5 per cento contro il 4,2 per cento nel 2011".
L'ultimo dramma è toccato a un padre di famiglia, che ha lasciato moglie e tre figli nella disperazione. L'appello che Mauro Rossato lancia, affinché si combatta con maggior profitto il problema delle morti bianche da folgorazione, è di duplice tipo: da una parte si sottolinea la necessità di approfondire le tematiche della valutazione del rischio elettrico e della gestione di quest'ultimo, dall'altra si chiede una recrudescenza dei controlli e, soprattutto, delle sanzioni per i comportamenti illegali.
"Sarebbe sufficiente osservare e applicare rigorosamente le norme esistenti, che purtroppo ancor oggi sono sconosciute a molti addetti ai lavori. Non molti sanno - spiega il presidente di Vega Engineering - che ciascun impianto elettrico aziendale dovrebbe essere affidato alla responsabilità di una persona, denominata "Responsabile dell’Impianto" e i lavori stessi affidati ad un “Preposto ai lavori elettrici”, qualifiche che vanno attribuite a personale appositamente formato".
