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Continuano le proteste per la "Moschea", ultimatum del Comune

Ca' Farsetti ha dato dieci giorni di tempo ai curatori del padiglione della Biennale per consegnare le prove della sconsacrazione dell'edificio

Dieci giorni di tempo per dimostrare che tutte le carte sono in regola, altrimenti il rischio è di una chiusura anticipata del padiglione "moschea". Un'eventualità molto remota, ma comunque da tenere presente nei prossimi giorni. Continua a divampare la polemica attorno all'installazione dell'artista Cristoph Buchel, che ha allestito quella che sembra in tutto e per tutto una moschea all'interno della chiesa di Santa Maria della Misericordia. Un'iniziativa che ha lo scopo dichiarato di promuovere, come riportano i quotidiani locali, il dialogo interreligioso, ma che ha avuto anche l'effetto di causare una levata di scudi tra coloro che una moschea in laguna proprio non la vogliono. Venerdì l'inaugurazione, con tanto di preghiere e imam.

Un evento salutato con entusiasmo dalla comunità islamica locale, che da tempo chiede un luogo di culto vero e proprio che possa accogliere i fedeli. Già sabato è arrivata la presa di posizione polemica del Patriarcato, secondo cui per l'utilizzo come luogo di culto diverso dal cristianesimo della chiesa non sarebbe stato interpellato. Lo stabile negli anni è passato a privati, ma non risulterebbe sconsacrato. Di conseguenza, è il ragionamento della Curia lagunare, per l'installazione si sarebbe dovuta chiedere l'autorizzazione al patriarca Moraglia. Passaggio che non è mai avvenuto.

Dopodiché in gioco entra anche la burocrazia: durante il sopralluogo della polizia municipale sono stati ravvisati dei problemi all'interno della Scia, segnalazione certificata di inizio attività. Inghippi che dovranno essere sistemati in dieci giorni, altrimenti voleranno multe e, come estrema ratio, pure la chiusura anticipata del padiglione islandese. Naturalmente, poi, la "moschea" è diventata subito argomento caldo nella campagna elettorale, al punto che uno dei candidati al consiglio comunale per Fratelli d'Italia, Sebastiano Costalonga, sabato pomeriggio si è presentato davanti alla chiesa di Santa Maria della Misericordia per capire come stessero le cose, indignandosi non solo per il fatto di trovarsi davanti a una "moschea in tutto e per tutto", ma anche perché l'artista ha lasciato in maniera provocatoria un paio di calzini nell'acquasantiera

Ha voluto effettuare un sopralluogo anche il questore Angelo Sanna, per capire di persona come stessero le cose. Fatto sta che il nodo principale della questione risiede nella richiesta ufficiale di Ca' Farsetti, entro dieci giorni, di documentazione che comprovi che ora l'edificio non sia più luogo di culto. Il tempo è poco e le carte da scovare sono molte. E le polemiche sono destinate a continuare.

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