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Cronaca

Addio al Magistrato alle acque, il Mose e la laguna vanno alla Città metropolitana

Lo chiedeva da tempo il sindaco: uffici e competenze dello storico ente statale passano al governo locale. Venerdì la lettera firmata dal direttore delle Infrastrutture, Guglielmi

Lo storico Magistrato alle acque "si estingue" e le sue competenze, tra cui il Mose, passano a Ca' Farsetti. Un provvedimento - riporta La Nuova Venezia - atteso da tempo e previsto già due anni fa in una legge varata dal governo Renzi in seguito alla scoperta del giro di corruzione. Ora si passa alla fase operativa, inaugurata da una lettera inviata venerdì dal direttore generale delle Infrastrutture, Giovanni Guglielmi, a palazzo Dieci Savi, sede dell’organo periferico del ministero (ora "provveditorato alle opere pubbliche del Triveneto").

Quindi toccherà alla Città metropolitana, e non più a un ufficio dello Stato, farsi carico degli oneri legati alla gestione della laguna: innanzitutto la sorveglianza (anche ambientale) delle acque, che comprende l’intera partita del Mose. Del "pacchetto" fanno parte anche dipendenti e dirigenti di almeno cinque uffici, in totale una quarantina di persone sulle cento che fanno parte della struttura. Il tutto per la soddisfazione del sindaco, Luigi Brugnaro, che da tempo chiede questa soluzione.

Il decreto legislativo era stato approvato pochi giorni dopo gli arresti del caso Mose anche perché tra le persone finite al centro dell'inchiesta c'erano due ex presidenti del Magistrato alle acque, Patrizio Cuccioletta e Maria Giovanna Piva. A quel punto il governo decise di togliere le competenze all'ente, di fatto prevedendone l'eliminazione. Altri compiti che spetteranno alla Città metropolitana sono il controllo sugli scarichi e sulla qualità delle acque, sulle autorizzazioni e concessioni sulle acque demaniali, e quello di polizia lagunare, incaricata di sorvegliare il traffico e il moto ondoso.

Il dirigente dell’ufficio salvaguardia, Fabio Riva, dovrà decidere se passare alla Città Metropolitana o restare nel provveditorato. Quest'ultimo continuerà ad occuparsi di lavori in ambito triveneto e di appalti, essendo stato identificato dall’Autorità anticorruzione come centrale unica degli appalti. Qui resteranno i rimanenti 60 dipendenti dell’ex Mav.

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