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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Mazzacurati: interrogatorio fiume, ammessa la turbativa d'asta

L'ex presidente del Cvn ha confessato di aver tentato di far vincere un appalto del porto a imprese che "lavoravano poco". Rimangono altri punti oscuri

Ha parlato con il pm Paola Tonini della turbativa d'asta per cui è ai domiciliari, Giovanni Mazzacurati, l'81enne ex presidente del Consorzio Venezia Nuova (Cvn), concessionario unico per le opere di salvaguardia dalle maree di Venezia a cominciare dal Mose. L'interrogatorio, secondo quanto riferiscono i legali di Mazzacurati, è durato circa quattro ore e si è incentrato sulla vicenda contestata con l'ordinanza firmata dal Gip Alberto Scaramuzza.

PRIMO TENTATIVO: MAZZACURATI FA SCENA MUTA

Mazzacurati è stato sentito nella caserma della guardia di finanza, che ha condotto l'indagine, a Mestre per evitare gli sguardi indiscreti di televisioni e fotografi che si erano, invece, dati appuntamento davanti alla Procura in centro storico. La pm Paola Tonini, al termine dell'interrogatorio, si è trincerata, così come ha fatto fin dall'inizio della vicenda, dietro un silenzio tombale.

LA FINANZA: "ANCHE TANGENTI A POLITICI LOCALI"

Giovanni Mazzacurati avrebbe ammesso davanti al pm le proprie responsabilità relative ad una turbativa d'asta. I legali dell'ex presidente hanno riferito che l'ingegnere al pm ha confermato quanto ascrittogli nell'ordinanza del Gip secondo la quale si sarebbe attivato per far vincere una gara d'appalto, esterna al Consorzio, a delle imprese che si erano lamentate di lavorare troppo poco per lo stesso e quindi di essere penalizzate in termini di fatturato. Mazzacurati ha spiegato di non essersi reso conto dell'eventualità di un illecito facendo partecipare delle imprese del Cvn ad una gara d'appalto dell'autorità portuale di Venezia per delle opere a mare in quanto preoccupato di far in modo che nell'ambito delle attività costruttive in laguna potessero essere soddisfatte tutte le imprese del settore. Mazzacurati ha anche assicurato che si è trattato dell'unica sua ingerenza in vicende del genere.

"ECCO CHI HA RICEVUTO I SOLDI DAL CONSORZIO"

Al di là del passaggio di giovedì le dimensioni dell'inchiesta, oltre 700 pagine di dossier delle fiamme gialle, e l'avanzata età di Mazzacurati che ha dato le dimissioni dal Cvn il 28 giugno per motivi di salute e che quindi deve dosare lo stress, potrebbero portare a dei nuovi interrogatori per i quali il legale dell'ex presidente ha detto che il suo assistito si è reso disponibile. Nel materiale raccolto dai baschi verdi, infatti, si andrebbe ben oltre alla fase iniziale della vicenda che ha portato ai domiciliari sette persone, tra cui un consigliere del Cvn e un ex dipendente, e all'obbligo di dimora di altre sette. Nel ventennio da presidente, Mazzacurati, infatti, avrebbe, secondo la finanza, dato da lavorare ad amici, parenti e conoscenti legati a parte delle imprese che sono nel Cvn. Sarebbero stati dati contributi di varia natura del tutto estranei alla salvaguardia di Venezia nonché sostegno a campagne elettorali di singoli e partiti.

SENATORE MATTEOLI: "RESTITUITO OGNI CENT"

Continuano intanto le indagini sulle presunte tangenti versate da e al Consorzio. Secondo le indagini delle fiamme gialle ci sarebbero in gioco almeno ottocentomila euro di “mazzette” solo nella prima parte delle “intercettazioni”, quelle ottenute tramite microspie e telecamere, e che sarebbero servite ad “ungere” qualche ingranaggio ed arrivare quindi a lavorare per il Consorzio. La cifra complessiva, però, potrebbe essere ben più alta, dato che in questo caso si pala solo di due periodi analizzati: il 2005 e 2006, per la contabilità “nera” della cooperativa San Martino, e il 2010 e 2011, per quanto riguarda una serie di “bustarelle” che sarebbero state consegnate a mano in auto o durante cene al ristorante.

Pedinamenti e controlli da parte della guardia di finanza avrebbero permesso di risalire a tutta una serie di versamenti, come quelle segnalate in una chiavetta Usb finita prima in mano ad una segretaria della cooperativa San Martino e poi in quelle degli investigatori. All'interno si parla di cifre a cinque zeri, dirette a nomi importanti del “sistema Cvn” (alcuni già ai domiciliari perché coinvolti anche nella turbativa d'asta per il porto), per un totale che supererebbe i 600mila euro. Il sospetto delle fiamme gialle, però, è che questi personaggi fossero comunque solo dei “raccoglitori”, e che i soldi poi finissero molto più in alto.

La pista seguita dai finanzieri porterebbe poi anche nella direzione di una maxi evasione fiscale, che tra Iva e imposte sfiorerebbe i due milioni di euro. 1,7 milioni di euro sarebbero stati evasi dall’anno d’imposta 2008, sul bilancio 2007, fino a quella del 2011, rimasta esclusa perché l'informativa era stata redatta prima della chiusura dell’anno fiscale. E questo senza contare le annualità precedenti, cadute in prescrizione. Tutte cifre che potrebbero andare a sommarsi al totale in caso di sequestro conservativo della somme.

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