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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Dietrofront sulla regolarità degli atti del Mose, Codacons canta vittoria: "Qualcuno pagherà"

Il Consiglio di Stato ha ribaltato una decisione precedente con cui aveva giudicato valide le autorizzazioni alla realizzazione dell'opera. "Ora attendiamo la conclusione del processo"

Il Consiglio di Stato ha sospeso il giudizio relativo alla legittimità degli atti autorizzativi del Mose, ribaltando una sentenza datata 2005. In pratica, adesso c'è il rischio che tutte le autorizzazioni per la costruzione dell'opera siano annullate. Il che, secondo Codacons, significa che "qualcuno sarà chiamato a pagare i danni alla collettività". È stata proprio l'associazione dei consumatori a rivolgersi al Consiglio di Stato, che venerdì ha accolto il ricorso e rivisto la precedente decisione dei giudici.

Si attende la sentenza del processo

Alla base del ricorso Codacons, i vari procedimenti penali e contabili aperti dalla magistratura negli ultimi anni. La partita, comunque, non è finita, visto che per la decisione definitiva il Cds attenderà la sentenza finale del processo. Scrive la Sezione Sesta: "Considerato che nel ricorso vengono poste plurime questioni sorte a seguito dei procedimenti penali, che hanno coinvolto soggetti che hanno adottato atti amministrativi relativi alla progettazione, [...] il Consiglio di Stato, non definitivamente pronunciando, sospende il presente giudizio di revocazione fino alla definizione, con statuizione definitiva, dei procedimenti giurisdizionali pregiudiziali indicati nel ricorso".

"Opera utile solo per le tasche di pochi: pagheranno"

Commenta il presidente di Codacons, Carlo Rienzi: "Finalmente dopo 14 anni di battaglie legali i giudici accolgono le nostre richieste con una importantissima decisione che potrebbe portare all’annullamento di tutti gli atti autorizzativi del Mose, se risulteranno confermati i reati per cui indaga la magistratura penale e contabile. I responsabili dell’immane spreco di soldi pubblici connesso ad un’opera inutile e servita solo ad alimentare corruzione ed arricchire le tasche di pochi, saranno così chiamati a rispondere dei danni prodotti alla collettività”.

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