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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Il Movimento 5 Stelle porta in Commissione Europea la Cittadella dello Sport

Interrogazione presentata dall'europarlamentare Sabrina Pignedoli, con il deputato Enrico Cappelletti e Orietta Vanin, già senatrice. «Il Pnrr non può coprire tutte le necessità. Si può andare avanti ma ci troviamo senza la copertura finanziaria»

Il Movimento 5 Stelle porta in Commissione Europea la Cittadella dello Sport di Tessera. Sabato l’europarlamentare Sabrina Pignedoli, il deputato Enrico Cappelletti e Orietta Vanin già senatrice e membro della Commissione Cultura e Commissione Diritti Umani, hanno tenuto a Mestre una conferenza stampa per presentare l'atto con cui il Movimento intende verificare la conformità del progetto alle normative europee. «I fondi del Pnrr non possono coprire tutte le necessità ma finanziano solo determinati capitoli di spesa che devono portare al Green e all’innovazione, per esempio, oppure alla riqualificazione delle periferie urbane. Se invece vengono utilizzati per altre cose è ovvio che la Commissione Europea quando valuta i progetti non li finanzia. Si può andare avanti con il progetto ma dopo ci troviamo senza la copertura finanziaria da parte dell’Europa», commenta l’europarlamentare Sabrina Pignedoli.

Il Consiglio della città Metropolitana di Venezia nel marzo 2022 ha approvato la realizzazione della Cittadella dello Sport di Tessera denominata “Bosco dello Sport”, poi oggetto di Accordo di Programma con il Comune di Venezia. Adesso è in corso la Vas, Valutazione Ambientale Strategica. L’intervento è realizzato per 93 milioni di euro con i fondi europei del Pnrr e per 189 milioni di euro mediante cofinanziamento del Comune di Venezia. «Il progetto approvato si pone completamente al di fuori dei requisiti, delle prescrizioni e delle condizioni previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza presentato dal governo italiano il 30 aprile 2021 alla Commissione Europea - afferma il Movimento 5 Stelle - I fondi devono essere utilizzati secondo criteri precisi, che non trovano riscontro alcuno nella Cittadella dello Sport».

Varie le criticità riscontrate per Pignedoli, Cappelletti e Vanin. «I progetti finanziati dalla Missione 5 dal Pnrr, prevedono il risanamento di aree urbane disagiate: la Cittadella dello Sport è prevista a Tessera dove l’indice di criminalità è bassissimo, il disagio sociale praticamente inesistente, il territorio è costituito da un paesaggio agrario incontaminato dove sono presenti fiumi di risorgiva, con flora e fauna significative, e suggestivi percorsi nel verde molto frequentati. In altri e più chiari termini l’area non presenta alcuna caratteristica di area urbana disagiata. Inoltre - aggiungono - il progetto del Bosco dello Sport e la realizzazione delle infrastrutture relative comporta il consumo di 40 ettari di suolo verde e si pone in contrasto con le finalità stesse del Regolamento Ue: rivoluzione ecologica, sviluppo sostenibile, economia circolare, Green Deal».

«Manca - dice il M5S - una valutazione di conformità alle condizioni stabilite dal principio Dnsh (Do no significant harm, ovvero che gli interventi non arrechino nessun danno significativo all'ambiente, nonostante l’area sia caratterizzata da una sistemazione agraria tradizionale veneta dei territori di bonifica con presenze accertate di specie ornitiche di interesse conservatoristico (airone bianco maggiore, garzetta, falco di palude, albanella reale, martin pescatore, piviere dorato, migliarino di palude, saltimpalo, beccamoschino, ecc.) e sia limitrofa alla “Laguna superiore di Venezia”».

Criticità sussistono, per il Movimento, anche in relazione alla nuova Viabilità Tessera-aeroporto. «Interferisce con il sito Unesco “Venezia e la sua Laguna” in contrasto con la Raccomandazione adottata a Fuzhou (Cina) nel luglio 2021 che richiede di “Fermare tutti i nuovi progetti a larga scala proposti all’interno del sito e del suo più ampio contesto territoriale”. Infine, nessun processo di partecipazione degli attori economici e della società civile è stato attivato in fase di definizione degli interventi dell’Accordo di Programma, contrariamente a quanto previsto dalla Convenzione di Aarhus sulla partecipazione nelle decisioni in materia ambientale».

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