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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Musei civici: «Intervenga il ministro Franceschini»

Avanti la battaglia dei sindacati anche dopo le rassicurazioni della giunta. Sambo e Tonon: «Sono servizi essenziali e risorse pubbliche». Baretta: «Ecco il piano in 5 punti per riaprirli»

I Musei Civici di Venezia, che al momento restano chiusi fino ad aprile, sono nel mirino delle Funzioni Pubbliche Cgil e Uil, anche dopo le rassicurazioni della giunta che si è detta pronta a ripartire se ci fossero le condizioni, in primis le presenze turistiche a fruirne generando entrate. «Se la città è vuota non ha senso sprecare risorse», hanno argomentato in questi giorni il sindaco e gli assessori. I sindacati, dopo aver annunciato una mobilitazione e chiesto l'intervento dello Stato, fanno leva sul ministero dei Beni Culturali, affinché prenda in mano la querelle veneziana.

Il ministero

«Intervenga il ministro Dario Franceschini (ministro dei Beni e le Attività culturali e per il Turismo) - hanno scritto Fp Cgil e Uil Fpl - Il sindaco, vicepresidente della Fondazione e assessore alla Cultura non ha, dopo quasi 6 anni, compreso di cosa si occupa la Fondazione Musei Civici - dicono -. Forse sarebbe bene che il ministero disponesse un’ispezione per verificare la compatibilità fra conservazione dei beni e chiusura di tutte le attività. Quelle legate all'accesso ai Musei, in particolare, sono state esternalizzate, confondendo quello che fa la Fondazione con quello che fanno i privati. Secondo il Codice dei beni culturali: “Lo Stato, le regioni, le città metropolitane, le province e i comuni assicurano e sostengono la conservazione del patrimonio culturale e ne favoriscono la pubblica fruizione e la valorizzazione", compiti che se la Fondazione resta chiusa non può certo assicurare». I sindacati concludono auspicando, «che i rappresentanti parlamentari di tutte le forze politiche interroghino il ministro dei Beni culturali».

Il servizio

I gruppi consiliari Pd e Venezia è tua, con le capogruppo Monica Sambo e Cecilia Tonon, hanno commentato la vicenda. «L'assessore comunale al Turismo, Simone Venturini - ha detto Sambo - ha dichiarato che il Carnevale non si può chiudere, e quindi si volgerà con modalità diverse per la pandemia (cosa condivisibile), perché altrimenti si creerebbe un danno all’immagine per Venezia. Perché non vale per i Musei? L'assessore al Bilancio Michele Zuin ha detto, "dobbiamo tener aperto per i veneziani che entrano gratis?". È necessario ricordare che i musei sono un servizio pubblico essenziale e patrimonio di Venezia e del mondo. Questo sarebbe il momento per ripensare alla loro funzione anche sociale e legata a nuovi modelli di offerta e di sviluppo della città in generale».

Risorse pubbliche

«Importante il dietrofront del sindaco, l'ammissione che si possa aprire anche prima di aprile - ha commentato Tonon - Certo resta l'errata convinzione che i musei siano strutture dedicate solo ai turisti. Le risorse necessarie a pagare la cassa integrazione dei dipendenti sono sempre e comunque risorse pubbliche, che vengono pagate dai contribuenti, inclusi quelli veneziani, mentre i dipendenti dei musei civici potrebbero guadagnarsi la loro piena retribuzione svolgendo tutte le altre attività di competenza (dalla conservazione alla curatela dei beni) e organizzando modalità di fruizione alternative del patrimonio culturale, con gli strumenti digitali o con iniziative che aumentino le visite da parte dei residenti e degli abitanti del Veneto».

Il sottosegretario

«Bisogna dare vita, in tempi brevi, a un piano in 5 punti che consenta ai nostri musei di riaprire appena le disposizioni nazionali lo consentiranno – ha spiegato il sottosegretario all'Economia e consigliere comunale Pier Paolo Baretta - Serve già da oggi un’operazione di promozione completamente nuova, su scala almeno regionale, che preveda un’offerta integrata con ferrovie e parcheggi, ma anche pacchetti che comprendano ristoranti e sconti nei negozi. Secondo, si possono prevedere aperture alternate per garantire la sicurezza. Sperimentiamo un cambio di orari, con diminuzione dei tempi di apertura, legati, da una parte, all’obbligo di prenotazione e, dall’altra a percorsi temporalmente definiti. In terzo luogo – ha proseguito -, prevediamo aperture differenziate con priorità ad alcuni musei e verifica dell’attrazione per l’apertura degli altri. Quarto, diamo vita a una campagna promozionale chiamata “Il cittadino conta”, destinata agli abitanti veneti e veneziani. Infine, personalizziamo l'accoglienza. Visite guidate condotte da personaggi particolari: i conservatori dei musei, i docenti di Iuav e Ca' Foscari, concordate con le guide ufficiali. Non si condividono queste proposte? Se ne facciano altre. La semplice alternativa: chiuso o aperto non sta in piedi».

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