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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Malaria, Nas ancora nell'ospedale di Trento: continuano le indagini sulla morte di Sofia

In attesa dei risultati degli esami dopo l'autopsia sulla piccola di 4 anni, i carabinieri sono entrati di nuovo nell'ospedale trentino. La bimba ad agosto era in vacanza a Bibione

Sono tornati per ulteriori analisi all'ospedale di Trento i carabinieri del Nas lunedì mattina. I militari dell'Arma sono entrati all'istituto Santa Chiara per sequestrare altro materiale che potrebbe rivelarsi utile all'inchiesta che intende far luce sulla morte della piccola Sofia, la bambina di 4 anni deceduta nei giorni scorsi per malaria all'ospedale di Brescia. La bimba prima del suo ricovero a Trento aveva soggiornato in un campeggio di Bibione ed era stata portata dai genitori all'ospedale di Portogruaro, dove le era stata diagnosticata una forma di diabete.

REPERTI A TRENTO

Prosegue quindi la repertazione di elementi che potrebbero aiutare alla soluzione di un caso molto complesso. Il materiale biologico sequestrato è stato trasportato in un laboratorio specializzato nel veronese. I carabinieri sono usciti dall'ospedale in tarda mattinata con una piccola scatola di cartone sottobraccio e un contenitore frigorifero. 

IPOTESI AGO PUNGIDITO?

Resta per ora una mera ipotesi invece quella presentata da Walter Pasini, direttore del Centro di Travel Medicine and Global Health, cioè che la causa del contagio sia imputabile a un contatto ematico con un ago pungidito, di quelli che si usano per controllare il diabete. Il sangue della piccola Sofia, secondo questa ipotesi, sarebbe quindi entrato in contatto con altro materiale biologico contaminato dal virus della malaria. In quei giorni, infatti, erano ricoverate al Santa Chiara di Trento altre quattro persone, di cui due in pediatria, affette da malaria e poi guarite. A livello accusatorio la fattispecie rimane nell'ambito delle possibilità che la Procura sta valutando. Saranno necessari comunque ancora alcuni giorni per avere le prime risultanze dell'inchiesta. Si attendono infatti i primi riscontri dagli esami del materiale biologico su cui si concentrano i periti nominati dalla Procura assieme agli ispettori dell'Istituto superiore di sanità. 

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