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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Torcello

Torcello sfata il mito della nascita di Venezia "per colpa" dei barbari

Gli scavi ventennali sull'isola lagunare hanno riscritto la storia delle origini della Serenissima. I risultati saranno presentati mercoledì

La storia che si narra sarebbe frutto di fantasia, anche se naturalmente è destinata a resistere nel tempo. La nascita di Venezia non sarebbe stata causata dalle devastazioni barbariche in terraferma, bensì dalla progressiva colonizzazione della laguna per poter sviluppare le attività commerciali e portuali in luoghi più agevoli in fatto di attracchi e di navigazione. Sono questi soprattutto i risultati degli scavi archeologici che per vent'anni hanno interessato l'isola di Torcello, attraverso cui si è cercato di gettare luce sulle origini effettive della Serenissima. Tutto si sviluppò all'inizio attorno alla città lagunare di Altino, che a partire dal periodo imperiale si insabbia per colpa dei detriti del Sile.

I risultati degli accertamenti saranno presentati il 12 novembre all'auditorium Santa Margherita alle 15.30. Sono stati tutti raccolti nei volumi "Torcello scavata. Patrimonio Condiviso" e "Quando Torcello era abitata", i quali contengono tutti gli esiti delle campagne di scavo condotte nell’isola negli ultimi vent’anni - mai prima d’ora pubblicati - e in particolare i risultati dell’ultimo innovativo scavo 2012/2013, realizzato e finanziato dalla Regione, in collaborazione con l’Università Ca’ Foscari di Venezia, su concessione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, nell’ambito di “Shared Culture - Progetto strategico per la conoscenza e la fruibilità del patrimonio condiviso”.

L’ultimo scavo, in un’area comunale finora non indagata da un punto di vista archeologico a fianco della basilica di Santa Maria Assunta, ha riportato alla luce numerosi reperti di epoche diverse e fondazioni di edifici a uso abitativo e produttivo, tra le quali alcune case a due piani del XIII-XIV secolo e una fornace dei secoli centrali del Medioevo, confermando come il sito sia di altissimo interesse culturale per ricostruire la storia economica, urbanistica e quotidiana della laguna.


La ricerca dal forte carattere interdisciplinare ha visto lavorare insieme archeologi, archeometristi, restauratori di università italiane e straniere, come il McDonald Institute di Cambridge e il Dipartimento di Archeologia di Nottingham, della Soprintendenza per i beni archeologici del Veneto e della Regione del Veneto. Il cantiere di scavo è stato diretto da Diego Calaon dell’Università Ca’ Foscari, ora nell’ateneo statunitense di Standford, mentre l’attività di studio, analisi e restauro dei reperti da Guido Biscontin ed Elisabetta Zendri del Dipartimento di Scienze Ambientali, Informatiche e Statistiche di Ca’ Foscari. Attraverso borse di studio la ricerca ha permesso inoltre l’alta formazione scientifica di una decina di giovani operatrici dei beni culturali.

Alla presentazione interverranno il rettore di Ca’ Foscari Michele Bugliesi, Alessandro Asta della Soprintendenza per i Beni archeologici del Veneto, Clara Peranetti della Regione del Veneto e i curatori dei volumi (oltre a Calaon, Zendri e Biscontin, anche Luigi Fozzati, soprintendente per i Beni archeologici del Friuli Venezia Giulia, per gli scavi 1995-2012) editi nell’ambito del progetto europeo Shared Culture finanziato attraverso il programma per la cooperazione transfrontaliera Italia-Slovenia 2007-2013. L’incontro inaugura la tre giorni di studi “Torcello abitata #ArcheologiaPartecipata” promossa dall’ateneo veneziano per il 12, 13 e 17 novembre in collaborazione con l’Università di Standford.

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