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Cronaca

Grandi Navi, fronti sempre contro Ora si guarda al tavolo col ministro

All'indomani della manifestazione che ha "assediato" la Marittima "per terra e per mare" in campo il presidente Vtp Trevisanato e la politica

In attesa del tavolo ministeriale di giovedì prossimo sulle Grandi Navi a Roma e all'indomani della doppia manifestazione "per terra e per mare" che ha cinto d'assedio la Marittima, il tema delle imbarcazioni da crociera in laguna continua a tenere banco. C'è chi le difende a spada tratta e attacca quanto accaduto domenica, come il presidente di Venezia Terminal Passeggeri Sandro Trevisanato e chi chiede scelte equilibrate e soprattutto ponderate, come il capogruppo Udc a Ca' Farsetti Simone Venturini.

CONTRO - Gli altri, quelli del comitato No Grandi Navi, tirano comunque dritto per la loro strada, indicando il "gigantismo" come il male da estirpare in centro storico.

GIOVEDI TAVOLO DAL MINISTRO LUPI

PRO - Opinione diametralmente opposta a quella di Sandro Trevisanato, che rimarca l'importanza economica che il settore crocieristico riveste per Venezia. Nessun pericolo per palazzi e monumenti, secondo lui, perché "le imbarcazioni si insabbierebbero a causa del fondale sabbioso". Nemmeno il tasso l'inquinamento che causano questi "condomini galleggianti" sarebbe un problema per Trevisanato, secondo cui le rilevazioni indicherebbero che sarebbe sotto la media europea. Il pericolo prospettato è che gli armatori "si stanchino di Venezia", anche dopo le manifestazioni di domenica. "Ci aspettavamo una massa ben superiore di intervenuti - commenta - dopo la 'chiamata alle armi' partita da mesi, anche attraverso lo striscione esposto attraverso l'invasione di uno dei nostri edifici. Ci ha quindi rasserenato vedere, a fianco di una parte più attiva di 'professionisti dello scontro', gestita dai centri sociali, una parte di manifestanti più pacifica. E, soprattutto, abbiamo avuto in questo contesto la dimostrazione che la città non è contro le grandi navi, che creano un enorme indotto occupazionale, a cui sarebbe irragionevole rinunciare in un tempo di crisi come questo".

Un punto in comune con i No Grandi Navi, però, c'è: il fatto che debba essere la politica a trovare una soluzione. Tutte le altre opinioni, naturalmente, sono diametralmente opposte. Per gli organizzatori della manifestazione bisogna "cambiare modello, rinunciare al gigantismo che fa solo gli interessi delle compagnie di crociera e puntare a filiere diverse di crocerismo fatte con navi piccole, con pochi passeggeri".

PORTO "ASSEDIATO" PER TERRA E PER MARE

NO GRANDI NAVI - Il comitato poi rileva che se il sindaco Giorgio Orsoni dovesse proporre lo spostamento del terminal croceristico a Porto Marghera sarebbe "un'idea sua personale", e "lo farà senza alcun mandato popolare e senza il sostegno dell'unico atto amministrativo votato dal Consiglio comunale", in riferimento al Piano di assetto del territorio che indica come obiettivo - è sostenuto - la fuoriuscita delle navi dalla laguna. Secondo il comitato, poi, bisogna operare "per fare davvero di Venezia la capitale della vela e del mare, offrendo posti in transito, che non ci sono, e ormeggio stabile a quei veneziani che tengono le loro barche in giro per Adriatico ed Egeo, per non parlare di tutti quei diportisti europei che farebbero carte false per poter tenere le loro barche in città".

Corteo No Grandi Navi, battaglia al Tronchetto (foto di Giacomo Costa)

SI ATTENDE IL TAVOLO - Tutti con lo sguardo a giovedì, dunque, quando davanti al ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi siederanno il primo cittadino lagunare, il presidente dell'Autorità portuale Paolo Costa (finito nel mirino di molti slogan dei manifestanti domenica) e i rappresentanti delle grandi compagnie di crociera. "Non si può accettare che il settore sia oggetto di un dibattito partitico strumentale o di uno scontro tra tifoserie - commenta il capogruppo Udc in Consiglio Simone Venturini - L'obiettivo di allontanare le grandi navi da San Marco non può e non deve essere messo in discussione. La ricerca di rotte alternative, a più di un anno dal decreto Clini-Passera, deve giungere a conclusione e in tal senso, come forza politica, chiediamo di raddoppiare gli sforzi e concludere gli approfondimenti, anche alla luce dell'incontro convocato a Roma. Le istituzioni - conclude - non ascoltino le sirene di una minoranza rumorosa e variopinta, dimenticandosi di una maggioranza laboriosa e responsabile".

PAOLO COSTA - "Il problema della sproporzione disarmonica tra le navi che passano davanti a San Marco e il costruito storico veneziano - dichiara il presidente dell'Autorità portuale Paolo Costa - è problema ben noto e alla nostra attenzione da molto prima che il Giglio e Genova creassero preoccupazioni, spero eccessive, nell'opinione pubblica". Tutte le soluzioni al problema, secondo Costa, "sono già state studiate e raccomandate, in tempi non sospetti, ai ministri delle Infrastrutture e Trasporti e dell'Ambiente, alle altre autorità competenti e a ogni altro soggetto portatore di interessi legittimi sul tema. Soluzioni che non mancheremo di illustrare di nuovo anche nell'incontro di giovedì a Roma".

GIORGIO ORSONI - "Bisogna trovare il modo di dare soluzioni almeno provvisorie, almeno per le grandissime navi che dia il segno tangibile anche all'opinione pubblica internazionale che della cosa ci stiamo occupando. Se non si fa niente si esasperano gli animi", a dirlo il sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni. "La questione - sottolinea -è che è passato un anno dal decreto senza arrivare a una soluzione e ora lo Stato deve muoversi per attuarlo". La riunione di giovedì, per Orsoni, sarà di carattere tecnico e poi "ci sarà un Comitatone che è l'unico organo competente per decidere sulle sorti di Venezia".

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