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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Carlo Nordio: "Con il terrorismo c'è una guerra santa in atto, difficile difendersi"

Il procuratore aggiunto di Venezia commenta i recenti attacchi e parla di sicurezza e "cellule silenti". Sul terrorista transitato nel Veneziano: "Manca uno scambio di informazioni"

A sentire le parole pronunciate da Carlo Nordio durante un'intervista a Radio 24 non c'è da stare tanto tranquilli. Il tema è il terrorismo collegato al fondamentalismo islamico, il procuratore aggiunto di Venezia parla di "cellule silenti" presenti anche in Italia pronte a esplodere. Da cui è difficile difendersi. Ne ha discusso con Alessandro Milan e Oscar Giannino durante la trasmissione "Attenti a noi due", parlando di "guerra santa" in atto contro l'occidente, di sicurezza negli aeroporti, di intelligence europea.

"In italia ci sono una serie di cellule silenti - spiega - E questi attacchi sono la punta di un iceberg, di una polveriera che sta covando. È giusto non diffondere l’allarme, ma sarebbe anche giusto dire una volta per tutte che siamo in guerra. E non è una guerra ispirata da mercanti di armi o da emarginazione. È una guerra religiosa, una guerra santa che una organizzazione ha proclamato nei confronti dell’occidente. Difficile difendersi. Un’opera informativa è doverosa per capire quanto è necessario raccogliere le forze culturali e militari per combattere il terrorismo".

Se in Italia finora non è accaduto nulla secondo il procuratore è perché "in quanto a servizi segreti siamo molto avanti. Abbiamo esperienza di terrorismo interno e di organizzazioni di criminalità organizzata, gli inquirenti sanno ragionare come i terroristi". Ma a livello europeo le carenze nello scambio di informazioni si stanno rivelando un problema grosso: "C'è bisogno di un ufficio investigativo europeo - propone Nordio - anche svincolato dalle singole magistrature, ma che risponda a un organismo politico unitario, per scambiarsi i dati fondamentali, utili per combattere le forme di fanatismo religioso. Per ora lo scambio di notizie è stato un fallimento. Si discute ancora di estradizione, siamo ancora lontani da un’integrazione europea".

Ad esempio c'è la vicenda di Khalid El Bakraoui, l'uomo che si è fatto saltare nella stazione della metropolitana di Maelbeek e che nell'estate 2015 era transitato all'aeroporto di Treviso. In quel frangente non era sorto nessun sospetto, spiega, perché "i documenti non erano segnalati dagli organismi di polizia internazionali e quindi la persona era una delle tante che transitavano". E poi propone: "È vero che il terrorismo dispone di tecnologie avanzate, ma anche noi potremmo rispondere con la tecnologia. Ad esempio con una mappatura del Dna, con cui si potrebbe consentire l'individuazione in tempo reale di qualsiasi persona".

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