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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Jesolo

Inaugurata la nuova area di terapia intensiva e semintensiva all'ospedale di Jesolo

Taglio del nastro della nuova ala, realizzata in quattro mesi con un investimento di 1,4 milioni di euro

Con il taglio del nastro da parte dell’assessore regionale alla Sanità, Manuela Lanzarin, oggi all’ospedale di Jesolo è stata inaugurata una nuova area di terapia intensiva e semintensiva da 18 posti letto, attivabile in presenza di emergenze pandemiche e di particolare entità. Nel frattempo, i posti letto sono adibiti alla degenza ordinaria.

Il dettaglio dell'intervento

I lavori, avviati a giugno 2022 con un investimento complessivo di 1 milione e 380 mila euro, sono stati effettuati in tempi celeri, per avere a disposizione la nuova degenza già entro l’anno corrente per i pazienti dell’area medica e/o riabilitativa dell'ospedale. Sono posti letto convertibili in poche ore per poter accogliere pazienti in condizioni critiche in caso di emergenze sanitarie, e in tal caso la nuova terapia intensiva e semintensiva sarà indipendente dalle altre unità operative ospedaliere, essendo concepita con accessi ed uscite dedicate ai pazienti e al personale medico e sanitario, zone filtro per la vestizione del personale, e per lo stoccaggio dei dispositivi di protezione individuale.

Per convertire nel giro di poche ore la degenza da ordinaria in terapia intensiva e semintensiva, le stanze di ricovero poste nella nuova area ospedaliera sono dotate di un sistema di pareti modulari e telecamere a circuito chiuso. La progettazione e direzione dei lavori è stata curata dall’ingegner Gianluca Vigne, le ditte costruttrici, Sira, Ds Medica e Tsb hanno eseguito il  lavori in 4 mesi e la ditta Med ha fornito le pareti mobili.

«Con questa nuova struttura, l’ospedale di Jesolo compie un vero e proprio salto di qualità, potenziando il settore della terapia intensiva, che permette di dare risposte al massimo dell’efficacia in situazioni di estrema gravità del malato. - ha commentato il presidente del Veneto, Luca Zaia - Una terapia intensiva salva le vite com’è accaduto nelle fasi più critiche del covid, come accade tutt’ora e non solo a causa del virus. In questo caso la valenza ha anche un risvolto speciale legato ai servizi sanitari da offrire ai milioni di turisti che ogni estate affollano Jesolo e le nostre spiagge». L'assessore Lanzarin ha quindi osservato come «la disponibilità di 18 posti letto di questo tipo sono fondamentali nell’affrontare eventuali situazioni critiche, qualora possano emergere, ma soprattutto dimostrano anche come la Regione Veneto continui ad investire nella sanità e nei propri 68 ospedali in Veneto».

Al termine della benedizione effettuata da don Lucio Cilia, hanno affiancato l’assessore Lanzarin nel taglio del nastro il direttore generale di Ulss 4, Mauro Filippi, il sindaco di Jesolo, Christofer De Zotti, il direttore del Dipartimento area critica, Fabio Toffoletto, e il direttore del Dipartimento medico, Lucio Brollo.

L'ospedale di Jesolo durante la pandemia

Sin dai primi mesi del 2020, , i vertici dell'azienda sanitaria avevano individuato all'ospedale di Jesolo la struttura di riferimento per accogliere i pazienti covid, convertendo già in prima battuta 70 posti letto di area medica e riabilitativa in posti di degenza per malattie infettive e terapia intensiva, quest’ultima prevedendo il ricovero di pazienti covid positivi in condizioni critiche. L’1 aprile 2020 l’ospedale di Jesolo venne classificato "Covid Hospital": da quel giorno e nel 2021, sono stati attivati progressivamente 5 nuclei di malattie infettive covid e un’area di terapia intensiva covid.

La trasformazione dell’ospedale in struttura completamente dedicata ai pazienti covid si è  compiuta con l’attivazione di 50 posti letto di malattie infettive, 40 posti letto di pneumologia, e 14 posti letto di terapia intensiva occupando in questo caso l’area dedicata alla dialisi per i residenti riallocata all’ospedale di San Donà di Piave. Nell’arco della pandemia, all’ospedale di Jesolo sono transitati più di 2000 pazienti contagiati, e hanno lavorato 101 infermieri, 24 medici e 11 operatori socio-sanitari provenienti dagli ospedali e dalle strutture territoriali dell'Ulss 4. Nello stesso periodo, nell’area malattie infettive covid hanno lavorato 16 medici e 250 tra infermieri ed operatori socio-sanitari.

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