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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Due autovelox "spuntano" sulla Camionabile: continua la battaglia social contro i rilevatori

Sono collocati tra i territori di Spinea e Mira, ma in gestione alla Città metropolitana. Immancabili le critiche degli utenti: "Solito modo di far cassa sulle spalle dei cittadini"

Cartelli blu e telecamere puntate sulla carreggiata, i nuovi autovelox non ci hanno messo molto ad attirare l'attenzione degli utenti della strada. Sono due quelli collocati negli ultimi giorni, entrambi sulla strada "Camionabile" e posti rispettivamente nel territorio di Spinea (in corrispondenza del cavalcavia a Fornase, dove negli ultimi anni ci sono stati due incidenti con esiti mortali) e in quello di Mira (nei pressi della rotonda che porta a Ca' Sabbioni). Si aggiungono ai quattro in via di installazione a Mestre tra via della Libertà e via Martiri.

Ancora prima delle comunicazioni ufficiali ci hanno pensato i social network a diffondere il tam tam della notizia, che come sempre è stata accolta da commenti con opinioni contrastanti: c'è chi considera l'installazione dei dispositivi una utile misura per contenere la velocità dei veicoli in punti pericolosi della viabilità e chi, invece, punta il dito contro "il Comune che vuole far cassa". In questo caso si tratta di rilevatori che dovrebbero essere in gestione alla Città metropolitana, comunque segnalati secondo le modalità previste dalla legge prima dell'attivazione. Cartelli chiari anche per il limite di velocità da rispettare per non incorrere in sanzioni, ovvero 50 chilometri orari.

I detrattori dei sistemi di rilevazione comunque insorgono: "Un altro autovelox puntato sulla discesa di un cavalcavia. Soldi facili", scrive un commentarore; un altro aggiunge: "Solito modo di far cassa". E ancora: "Io non credo che sia nemmeno adeguatamente segnalato. Appena vedi il cartello, te lo trovi in bocca". Frasi simili a quelle che nei giorni scorsi avevano seguito la notizia dei dispositivi posizionati a Mestre. E che il comandante della polizia municipale, Marco Agostini, aveva additato "campagna d'odio" portata avanti sui social con conseguenze molto "concrete": uno dei velox in via Martiri era stato quasi subito vandalizzato con vernice spray.

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