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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Nuovi hub e gestione dei flussi per far respirare Venezia: "O collasso"

Uno studio universitario commissionato da Avm ha evidenziato che sono appena sopra i venti i giorni di "pienone" per i vaporetti: "I dati sono a disposizione dei candidati sindaco"

E’ stata presentata giovedì al Campus Economico dell’Università Ca’ Foscari di Venezia a San Giobbe (aula magna Guido Cazzavillan), la ricerca commissionata dal gruppo AVM ai ricercatori dell’Università, sotto la guida del professor Jan van der Borg, Dipartimento di Economia Università Ca’ Foscari Venezia.

Obiettivo dell’incontro è stato quello di stimolare il dibattito su uno dei punti cruciali e più critici dell’agenda veneziana e che dovrà essere prioritario per la prossima amministrazione comunale, fornendo alla nuova classe politica gli strumenti necessari per una migliore valutazione del fenomeno. Di fronte ad un folto numero di candidati alle elezioni comunali 2015 sono stati illustrati i punti salienti della ricerca supportati da una serie di grafici e tavole presentate dal prof. Raffaele Pesenti, Dipartimento di Management Università Ca’ Foscari Venezia. Dati che, è stato rilevato, da soli non sono sufficienti se non vengono inseriti in un progetto politico più ampio e supportato anche da una campagna informativa dedicata all’utenza.

Dopo i saluti del Direttore Dipartimento di Economia Università Ca’ Foscari Venezia, prof.ssa Monica Billio, il Presidente di AVM, Alessandro Moro, ha introdotto la mattinata di lavoro mettendo in rilievo quanto sia importante avere un supporto scientifico alla conoscenza dei flussi per quantità, qualità, e distribuzione per poter affrontare l’obiettivo della loro gestione. “I dati dello studio sono quelli delle validazioni di biglietti e abbonamenti, che finalmente integrati con le indagini origine-destinazione e qualitative condotte da AVM e inseriti nel modello matematico prodotto da Ca’ Foscari offrono un poderoso strumento interpretativo per le decisioni da prendere. Rispetto alla percezione angosciosa dell’“invasione turistica”, ad esempio, i picchi insostenibili si concentrano in 22-24 giornate all’anno da un lato, previste e prevedibili, e quotidianamente nelle fasce orarie in cui pendolari e turisti si sovrappongono, con mezzi sovraccarichi e code. Di fronte all’improbabilità che si riesca a limitare quei numeri nel futuro, per ragioni costituzionali ed economiche, bisogna organizzarsi: le soluzioni strutturali vanno ricercate nella deviazione dei flussi più critici sulle circolari acquee, con nuovi terminal per cui ci sono progetti ma vanno peraltro trovate le risorse, e con misure effettive di regolazione del traffico in Canal Grande con priorità al trasporto pubblico e razionalizzazione del traffico merci (interscambio del Tronchetto)”.

Per Giovanni Seno, Amministratore Delegato del gruppo, “il problema centrale della gestione dei flussi turistici è quello di combinare, da un lato, la convivenza tra diversi flussi (residenti, escursionisti giornalieri, escursionisti impropri, che vengono a Venezia per turismo ma sono alloggiati al di fuori del centro storico, e turisti veri e propri, che si trattengono in città per qualche giorno), con la sostenibilità della città. Ad esempio, durante il ponte del 1° maggio l’azienda ha messo in campo 250 corse bis con un picco di 60 mezzi all’ora sotto al ponte degli Scalzi, ciononostante il servizio è risultato carente. Oltre questo limite non si può andare.”

“Ma la questione” continua Seno “va analizzata sotto tre profili diversi: normativo, perché l’insieme delle leggi Europee e nazionali che prevedono la libera circolazione delle persone, senza alcune discriminazione di sorta; non rende attuabile un progetto di linee dedicate o di accessi differenziati; economico, perché il settore del TPL in Italia è dovunque in crisi e sono necessarie ingenti risorse per poter garantire un servizio adeguato (a Venezia le risorse recuperate dai biglietti turistici sono in gran parte utilizzate per sostenere le perdite del trasporto urbano ed extraurbano su gomma); infine trasportistico, perché dallo studio emerge con chiarezza che le due principali porte di accesso alla città (P. Roma e Ferrovia) sono sature e che è necessario predisporre degli hub che intercettino i flussi prima del ponte della Libertà e non già dentro la città”. Secondo Seno quindi necessitano decine di milioni di euro di investimento per poter approntare un piano di lungo periodo, una sorta di Master Plan che abbia come priorità linee veloci di connessone tra isole e terminal esterni. “Si deve rovesciare l’approccio utilizzato sino ad oggi: e cioè va gestito l’ingresso dei flussi e non i flussi in ingresso e per far questo è indispensabile fare sistema tra tutti i principali attori del turismo nel territorio e cioè porto, aeroporto, ferrovie, albergatori, etc.”.

Il Prof. Jan van der Borg ha ribadito come a nel TPL veneziano non vi sia incompatibilità sostanziale tra domanda e offerta e che i problemi siano in modo particolare di natura spaziale e temporale che portano in alcuni momenti dell’anno e in alcune particolari parti della città (soprattutto ai terminal di P.Roma e ferrovia, San Marco, isole) alla percezione di disagi e disservizi. Va quindi distinto il più possibile flusso tra residenti e turisti, valorizzando al massimo le opportunità offerte dalla bigliettazione elettronica (card) attraverso la prenotazione dei servizi. “Tutto questo però deve confluire in una cabina di regia unica e che potrebbe rappresentare anche un modello sperimentale e condivisibile, di grande interesse per altre città del mondo che si trovano ad affrontare il tema della gestione dei flussi turistici”, ha concluso Jan van der Borg.

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