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Sanità

All'Angelo un macchinario che previene la cecità nei bambini prematuri

Si chiama "Retcam" ed è stata donata all'Ulss 3 dalla Fondazione Stevanato

Un macchinario con il quale è possibile valutare eventuali malformazioni congenite dell'occhio nei bambini nati pretermine. Si chiama "Retcam" ed è già in funzione nell'area neonatale dell'ospedale dell'Angelo di Mestre, grazie a una donazione della Fondazione Stevanato di Piombino Dese (Padova).

La strumentazione, di ultima generazione, permette in particolare di individuare la Retinopatia del Pretermine (Rop), patologia legata all'arresto della vascolarizzazione retinica, che colpisce i neonati prematuri con aggressività tanto maggiore quanto minori sono il peso alla nascita e l'età gestazionale. La causa della malattia è legata alla somministrazione dell'ossigeno nei bimbi, che può causare la formazione di vasi anomali all'interno della retina.

Con la "Retcam" gli specialisti dell'Oculistica dell'Angelo possono effettuare uno screening non invasivo nel paziente e valutare l'eventuale evoluzione della Rop, programmando di conseguenza i trattamenti farmacologici o para-chirurgici del caso, per arrestarne il decorso e scongiurare la necessità di un intervento. «Il test - ha riferito oggi il dottor Antonio Frattolillo - viene effettuato su tutti i bambini nati entro le 32 settimane di gestazione e con peso inferiore a 1,5 chili, e viene eseguito a seconda dei casi ogni una o due settimane. La Rectam ha una fonte luminosa e un obiettivo, che poggiato sull'occhio rende l'immagine e permette di valutare anche il flusso di sangue nell'occhio del bambino».

La nuova strumentazione non è solo una donazione, ma il consolidamento di un progetto di terapia intensiva neonatale all'interno dell'ospedale dell'Angelo. «Fino a due anni fa, - ha sottolineato il primario della Pediatria, Paola Cavicchioli - accoglievamo bambini nati fino a 2 mesi prima del termine prestabilito, adesso il limite è stato spostato a 28 settimane. Più i bambini sono piccoli e più richiedono cure e strumentazioni adeguate. Ora possiamo mettere a disposizione anche una visita oculistica di particolare livello».

In ambito neonatale, la tecnologia ha fatto passi da gigante. Come spiegato da Emilio Rapizzi, direttore dell'Oculistica dell'Angelo, «i bambini che soffrivano di Rop, fino agli anni '70, diventavano inevitabilmente ciechi. Oggi evolvono in persone perfettamente normali dal punto di vista oculistico». Le macchine, e in particolar modo quella appena acquisita, permettono infatti di capire con che tipo di terapia intervenire e, soprattutto, quando farla.

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