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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Nuovo PSSR, da Venezia il ministro Balduzzi: "Mi sarei aspettato di più"

Il rappresentante del governo, all'inaugurazione della manifestazione nazionale "Guadagnare Salute", si è espresso sul nuovo Piano Sociosanitario del Veneto approvato il 20 giugno

E’ stato approvato ieri, 20 giugno, alle 20, dal consiglio regionale, il nuovo Piano Sociosanitario del Veneto, che riorganizza il sistema sanitario e sociale, con una prospettiva almeno quinquennale. Voti a favore del Pdl e della Lega, contrari, invece, i consiglieri del Partito Democratico, di Italia dei Valori, Verso Nord e Unione Nordest. Astenuti l'Udc e Giuseppe Bortolussi. Il piano comunque ha ora valore di legge.

LE NOVITA' DEL NUOVO PSSR

Tra le novità del nuovo piano, che sostituisce quello in vigore dal 1994: la previsione di ridurre le 21 aziende sanitarie territoriali attuali, sulla base di un bacino di utenza ideale compreso tra 200-300 abitanti (fatte salve le specificità territoriali di montagna, laguna e Polesine); la nomina del direttore generale della sanità veneta affidata al Consiglio (ma su proposta del presidente della Giunta); l'incarico triennale (e non più quinquennale) e non rinnovabile dei direttori generali delle Ulss e della relativa terna di comando; la valutazione annuale del loro operato da parte di Giunta, Consiglio e sindaci; il potenziamento della figura del direttore sociale, che assume anche la responsabilità di coordinare i servizi sanitari territoriali; l'obbligo della trasparenza di bilancio per le Ulss e tutti gli enti accreditati che godano dei finanziamenti regionali. Novità anche per la nomina dei primari: i direttori generali dovranno rendere pubbliche le motivazioni di tali nomine e, a fine incarico, il loro operato dovrà essere valutato in base alle prestazioni erogate, alla valorizzazione dei collaboratori, alla soddisfazione degli utenti e al rispetto dei vincoli di budget.
Nuova impostazione anche per i servizi di assistenza e di cura: si punta a ridurre il numero degli ospedali e dei posti letto e a potenziare la rete territoriale, facendo perno sui distretti (uno ogni 100 mila abitanti, fatte salve le specificità territoriali), sui medici di base associati in gruppo e su nuove strutture residenziali (ospedali di comunità, hospice, Rsa, centri diurni, comunità…).

 

LA SODDISFAZIONE DI ZAIA

“Dopo l'approvazione dello Statuto siamo oggi di fronte ad un nuovo passaggio fondamentale della stagione di riforme che abbiamo avviato assieme, come un Piano Sociosanitario che arriva dopo 16 anni dal precedente e scaturisce da un lavoro approfondito e costruttivo e al termine di un dibattito produttivo". Ha espresso così la sua soddisfazione per l'approvazione il presidente della regione Veneto Luca Zaia.

Quello varato "è prima di tutto il Piano dei veneti”, ha poi aggiunto il Presidente, “perché pone decisamente al centro il cittadino e i suoi bisogni di salute. È il Piano dell'efficienza perché la sua attuazione porterà cure migliori, più modernità, ancora più attenzione alla qualità della spesa. È anche il Piano del coraggio, perché rifugge le facili ma dannose demagogie. È il piano delle tecnologie sulle quali punteremo con convinzione. È il piano dei lavoratori della sanità, 60.000 persone tra medici, infermieri, amministrativi alle cui professionalità è dedicata una doverosa attenzione".

Già oggi, ha sottolineato ancora Zaia, “siamo la regione più virtuosa della sanità italiana e ci è riconosciuta la palma di regione meno 'sprecona' del Paese; abbiamo un tasso medio di ospedalizzazione di 7 giorni contro anche 30 in altre Regioni e ciò significa che nei nostri ospedali si cura presto e meglio. Da due anni teniamo i conti in attivo senza avere, unici in Italia, l'addizionale Irpef sulla sanità”. I veneti, insomma, conclude Zaia, “possono contare su una sanità di valore assoluto, ma possono anche essere certi che, con questo Piano, progrediremo ancora, avendo come unico criterio che informa la nostra azione di amministratori e di uomini delle istituzioni la cura e la salvaguardia della salute di ognuno dei cittadini veneti, a partire dalle fasce più deboli".

 

LA SODDISFAZIONE DI COLETTO

Sono parole di gratificazione anche quelle espresse dall'assessore alla sanità Luca Coletto: “Questo piano arriva dopo 16 anni, ma anche al momento giusto". Solo una concreta riforma dell'organizzazione sanitaria regionale, ha rilevato l’assessore, “potrà infatti rispondere ai tagli nazionali che si prospettano senza intaccare la quantità e la qualità dei servizi erogati ai cittadini e guardando alle nuove sfide che le esigenze di salute della popolazione ci pongono, a partire dal rafforzamento dell'assistenza sul territorio, che sarà capillare, vicina alla gente, disponibile 24 ore come nel caso delle aggregazioni dei medici di medicina generale e supportata dalle nuove tecnologie come informatizzazione e telemedicina".

"Siamo arrivati alla fine di un lavoro faticoso e inevitabilmente non privo di problematiche che mi auguro non avranno strascichi sul piano tecnico-giuridico”, ha poi aggiunto Coletto, “ma da oggi i cittadini veneti sanno di avere a disposizione una pianificazione moderna, efficace, fatta di altissime specialità concentrate in strutture di valore che vanno oltre il dato regionale, di una rete ospedaliera di supporto che non è assolutamente di serie B ma si inquadra perfettamente in un'ottica a forte e alta integrazione, di un sistema di assistenza territoriale che saprà curare il paziente al meglio senza dover arrivare per forza dentro l'ospedale".

"Di questi tempi il governo parla tanto di spending rewiew”, conclude Coletto, “Ecco: il nostro Piano Sociosanitario costituirà di fatto una spending review virtuosa, senza tagli ma con riorganizzazioni e riforme il cui obiettivo è fornire tutte le necessarie risposte di salute incidendo, ove ancora possibile, sull'ottimizzazione delle risorse nell'ottica dei costi standard”.

 

I DUBBI DEL MINISTRO BALDUZZI

Il Presidente Zaia e l’assessore Coletto hanno poi illustrato, oggi pomeriggio a palazzo Balbi, i contenuti principali del nuovo Piano Sociosanitario regionale al ministro della Salute Renato Balduzzi, a Venezia in occasione dell’apertura della manifestazione nazionale "Le sfide della promozione della salute: dalla sorveglianza agli interventi sul territorio", organizzata nell'ambito del Programma del ministero della Salute "Guadagnare Salute" (si tratta di una due giorni nel corso della quale si intende far il punto sulle azioni messe in atto sul fronte della prevenzione e della promozione di stili di vita salutari).

Il ministro ha valutato positivamente il fatto che, dopo ben 16 anni, sia stato approvato il nuovo testo, tuttavia, ha espresso qualche remora: "Il piano non è stato inviato al governo per il parere preventivo e dunque non posso esprimermi”, ha premesso, “ma per quello che potuto vedere mi sarei aspettato, proprio sulla base della storia sanitaria del Veneto, un'ancora maggiore attenzione all'integrazione socio-sanitaria che rappresenta una forte caratterizzazione di questa regione”. Mi sarei aspettato, ha proseguito, “anche un'attenzione maggiore per quanto riguarda la possibilità di tenere sotto controllo la spesa per beni e servizi”. Ma, conclude, “può anche essere che questo aspetto sia demandato ad atti attuativi successivi del Piano".

 

NON SI FERMANO LE CRITICHE

Critica sul nuovo PSSR anche la Cgil, secondo la quale l’approvazione di ieri “conferma il prevalere di pure logiche orientate agli equilibri politici e di potere interni alla maggioranza (Lega-PDL) sulle esigenze dei cittadini”. Il sindacato chiede, allora, un confronto per la definizione di un “Patto per la salute”, che salvaguardi e rilanci le eccellenze del modello sociosanitario veneto e che abbia come obiettivo primario “la centralità della persona e una più forte integrazione sociosanitaria”.

Diffidenze anche da parte degli schieramenti politici d’opposizione. Il consigliere regionale veneto del Pd e vicepresidente della commissione socio-sanitaria, Claudio Sinigaglia, ad esempio, ha sottolineato come il nuovo piano porti con sé “una debolezza cronica, ovvero la massima incertezza su chi, come e con quali strategie guiderà d'ora in avanti l'intera macchina".
 

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