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Cronaca

Il Comune sconfitto al Tar, cade l'obbligo di installazione Gps a bordo dei taxi acquei

I giudici hanno accolto il ricorso dei motoscafisti contro il regolamento di Ca' Farsetti. La questione non era di sua competenza, bensì della Provincia. Ora città metropolitana

L'anno scorso c'era stata immediata una levata di scudi contro la decisione del Comune di imporre il Gps a bordo dei taxi lagunari. La norma faceva parte del pacchetto di misure decise per la gestione del traffico acqueo, una piaga Venezia si trascina da anni e che ha portato anche alla tragica morte di Joachim Vogel, il turista tedesco morto dopo la collisione tra la gondola su cui si trovava a bordo con la famiglia e un vaporetto. Come riportano i quotidiani locali, il Tar ha però dato torto a Ca' Farsetti, affermando in pratica che il regolamento che prevedeva l'introduzione del Gps sarebbe illegittimo.

Al tempo ci fu un braccio di ferro con la Provincia, che ora non esiste più, alfiera di modalità alternative per controllare gli ingressi in laguna. Secondo i giudici del tribunale amministrativo, infatti, chi poteva controllare velocità e rotte delle imbarcazioni era la Provincia, dunque ora le sue competenze sono in mano alla città metropolitana. Come detto Ca' Corner spingeva per un "Sistema integrato di rilevamento e controllo della navigazione" che, nel caso, potrà prevedere anche il Gps a bordo, ma la cui attuazione rimane comunque lontana. Perché serviranno conferenze dei servizi e altri passaggi burocratici per arrivare a delineare il da farsi.

Intanto, ed è ciò che i motoscafisti speravano, cade l'obbligo di munirsi a proprie spese del Gps. Ed è già un successo per i ricorrenti. Secondo i giudici il Comune non può mettere bocca sul trasporto pubblico non di linea, anche se può entrare nel merito in fatto di "accorgimnti tecnici finalizzati alla riduzione dei livelli d'inquinamento del moto ondoso", ma entro certi limiti ben determinati. Insomma, il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, ha perso: la parola al sindaco metropolitano, Luigi Brugnaro.

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